Chiapas: riforma scolastica discriminatoria

La Jornada – Lunedì 27 giugno 2011

Comunità in Chiapas si oppongono alla riforma dei Licei Interculturali

Hermann Bellinghausen. Inviato.San Cristóbal de las Casas, Chis., 26 giugno. Autorità comunitarie e comitati di genitori dei Licei Interculturali della zona Nord respingono il progetto della Segreteria della Pubblica Istruzioni (SEP) di trasformare le loro scuole in parte del sistema di Istruzione Media Superiore a Distanza (Emsad). L’imposizione di questa misura è vista dalle comunità “come una forma di discriminazione e mancanza di rispetto delle garanzie costituzionali”.

Le autorità educative dello stato, aggiungono gli indigeni, “fanno pressione sugli insegnati, sul personale amministrativo e sui genitori affinché accettino la riforma”. Le comunità non sono d’accordo, “perché è molto positivo” il lavoro svolto da questi centri di studio. “Qui si sono formati, nei passati cinque anni, un gran numero di giovani che attualmente frequentano l’università e che rivendicano la propria identità, elaborano progetti comunitari per uno sviluppo sostenibile, rispettano la loro forma di organizzazione e la percezione del mondo”.

In altre entità “i governi statali si sono fatti carico dell’operato di questi licei e ne stanno aprendo di nuovi”.

I Lice Interculturali rappresentano un’esperienza fortunata nelle comunità, principalmente tzeltales, di Chilón e Yajalón. Dal 2005 in Chiapas ci sono quattro licei interculturali: tre a Chilón (San Jerónimo Tuliljá, Nuevo Progreso e Jol Sac Hun) ed uno ad Amado Nervo, municipio di Yajalón.

Questi istituti sono amministrati dal Collegio Liceale del Chiapas ed operavano in base ad un accordo tra la SEP ed il governo statale. Ora, la SEP ha deciso di revocare l’accordo e, secondo le comunità,  “il governo del Chiapas, col pretesto che non riceve più finanziamenti federali, vuole cancellare l’opera di questi istituti e trasformarli in Emsad”.

Una quinta scuola interculturale, a Guaquitepec (Chilón), più antica e con caratteristiche più autonome, nei mesi recenti ha visto minacciata la sua sopravvivenza dai cacicchi filogovernativi e da presunti problemi agrari (La Jornada, 15 e 16 aprile).

Gli indigeni invocano l’articolo 2 della Costituzione, che stabilisce che lo Stato deve “garantire ed incrementare i livelli di scolarità, favorendo l’educazione bilingue e interculturale, l’alfabetizzazione, la conclusione dell’educazione base, la formazione e l’istruzione media superiore e superiore”, e segnalano che il Trattato 169 dell’OIL, sottoscritto dal governo messicano, “riconosce il diritto alla libera determinazione dei popoli indigeni”.

I comitati dei genitori dei Licei Interculturali chiedono al governo di Juan Sabines Guerrero “le risorse necessarie per far funzionare questi licei, e che si adeguino gli stipendi del personale docente ed amministrativo”, che ha ricevuto un trattamento salariale discriminatorio. http://www.jornada.unam.mx/2011/06/27/politica/018n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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