Comunicato CGT Spagna di denuncia sulla situazione in Chiapas

 

Ai mezzi di comunicazione liberi e alternativi, 

Ai mezzi di comunicazione ufficiali, 

Alle organizzazioni indipendenti dei DDHH, 
 
Al governo statale del Chiapas, 

Al governo federale del Messico, 

Al governo dello Stato Spagnolo, 
 
Alla società civile internazionale,  

A l@s aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona,
 
Alle basi dell’appoggio dell’EZLN, e Giunte di Buon Governo (JBG),  
All’EZLN.


Lo zapatismo è attualmente, su scala internazionale, uno dei riferimenti
di lotta civile e di cambiamento ed un esempio di quello che può ottenere
una società organizzata. Per la via dei fatti, l’autonomia e
l’autorganizzazione delle sue comunità si consolidano come modo di vita
capace di superare abbondantemente il modello proposto (imposto) dalle
democrazie formali e rappresentative.
 
Con la finalità di minare l’alternativa zapatista, il governo statale
chiapaneco della sinistra istituzionale messicana (PRD) e l’estrema destra
dal governo federale (PAN) fomentano gli scontri ed attacchi per mano di
organizzazioni paramilitari come "L’Ejército de Dios" o la "OPDDIC". Queste
organizzazioni, formate da membri del PRI e da altri elementi violenti e
con nullo bagaglio etico, attaccano l’obiettivo comune: le basi di appoggio
dell’EZLN.

 
Il conflitto per il recupero delle terre è al culmine. Sono in gioco due
visioni contrapposte. Da una parte chi lavora e preserva la terra.
Dall’altra chi vuole sottrarla per sfruttarla.

Febbraio 2010 scuote le fondamenta del Chiapas. Secondo le informazioni
pubblicate negli ultimi giorni, si sono verificati gravi scontri con
minacce di morte e di sparizioni contro autorità ejidales aderenti
all’Altra Campagna e basi di appoggio zapatiste (BAEZLN). Il preavviso di
questo scenario era stato mostrato a fine gennaio dall’esercito e da
diversi corpi di polizia con gli sgomberi violenti di Bolon Ajaw, Montes
Azules, SS Bachajón, Mitzitón, Comunidad 5 de Marzo.
 
La prevedibile continuazione prospettata dalle alte sfere governative
indica un probabile pericolo di instabilità per comunità come Nuevo San
Gregorio, Nuevo Salvador Allende, Nuevo San Pedro, 6 de Octubre, Laguna el
Paraíso, Ojo de Agua el Progreso, Ojo de Agua la Pimienta, San Jacinto
Lacanjá, Nueva Galilea, Chuncherro, Benito Juárez e Ranchería Corrozal.
 
La persistente strategia di persecuzione e demolizione delle
multinazionali del turismo per riconquistare il territorio hanno bisogno di
contundenti misure di contrainsurgencia che le istanze ufficiali offrono
loro su un vassoio. Così come, di nuovo, i mezzi di comunicazione giocano
un ruolo chiave fondamentale nella destabilizzazione delle reti sociali. In
questo senso, e come già abbiamo fatto alla fine di novembre del 2009,
denunciamo le informazioni in forma di veline consegnate a determinati
mezzi di comunicazione. Se si offre l’informazione di sola una delle parti
in conflitto, dov’è l’equidistanza professionale? In un contesto come
quello del Chiapas, non dare voce ad entrambe le parti è quanto meno
tendenzioso.
 
Dalla Confederazione Generale del Lavoro (CGT) dello Stato spagnolo,
trasmettiamo il nostro stato di allerta ed annunciamo che seguiremo la
situazione e nei prossimi giorni intraprenderemo azioni di mobilitazione e
denuncia pubblica coordinate per chiedere l’interruzione degli
inammissibili eccessi commessi contro le Comunità zapatiste.
 
Per il diritto alla Terra e al Territorio dei Popoli originari,  
Per lo stop alla connivenza con le organizzazioni paramilitari,  
Per l’irrinunciabile rispetto della madre Terra. No alle industrie e
progetti ecoturistici.  
 
Libertà per gli attivisti e le attiviste in carcere.  
 
Viva le basi di appoggio e l’EZLN!!  
Per l’autonomia e l’autogestione della lotta sociale!
 
Madrid, 10 febbraio 2010
 
José Pascual Rubio Cano
Segretario Relazioni Internazionali della CGT
http://www.cgt.org.es/spip.php?article1626
 
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

Questa voce è stata pubblicata in NOTIZIE DAL CHIAPAS E DAL MONDO. Contrassegna il permalink.