Tonina zona ribelle

La Jornada – Martedì 19 luglio 2011

I Consigli Autonomi Zapatisti ripristinano i cartelloni che segnalano Toniná come zona ribelle

Funzionari statali le avevano rimosse a giugno prima di una visita di Juan Sabines al sito archeologico

Ribadiscono che i proprietari del podere vicino alla piramide sono basi di appoggio dell’EZLN

 

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 18 luglio. I consigli municipali autonomi zapatisti di Francisco Gómez e San Manuel hanno ripristinato le insegne che identificano Toniná come territorio ribelle e terre recuperate dall’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN). Queste segnaletiche erano state rimosse da funzionari statali e dal presidente municipale di Ocosingo, Arturo Zúñiga Urbina, il 20 giugno scorso, alla vigilia di una visita del governatore dello stato al sito archeologico.

Con una semplice cerimonia alla quale hanno partecipato decine di basi di appoggio dell’EZLN delle comunità autonome circostanti: Javier López, San Juan la Palma, Maya Tzeltal e La Libertad, i rappresentanti autonomi questa domenica hanno ribadito che i proprietari dei poderi attigui alla piramide di Toniná sono le basi di appoggio ribelli e che i loro territori sono organizzati con la giunta di buon governo (JBG) di La Garrucha.

Prima dell’evento ufficiale che si sarebbe svolto il 21 giugno, a Toniná era arrivato Horacio Schroeder Bejarano quale inviato del governatore Juan Sabines Guerrero, insieme al sopracitato presidente municipale di Ocosingo. Volevano convincere Alfonso Cruz Espinosa e Benjamín Martínez Ruiz, basi zapatiste, a rimuovere le insegne che indicavano che si tratta di terreni autonomi. “Non le abbiamo messe noi, è stata la JBG, parlate con loro”, risposero.

Inoltre, gli zapatisti insistettero per il rispetto di un verbale di accordo firmato dallo stesso Schroeder e da altri funzionari tempo addietro, e di altri impegni presi dal governo.

Gli impegni, per il resto, riguardano solo il rispetto verso gli zapatisti, la loro legittimità ed i loro diritti (e non, come d’abitudine, promesse economiche, “aiuti” o regalie). Il sindaco Zúñiga si era impegnato a restituire una delle insegne del municipio autonomo Francisco Gómez, che si erano portati via gli impiegati municipali. Ma questo non è avvenuto.

L’azione dei consigli autonomi zapatisti avviene inoltre nel contesto di un presunto conflitto familiare, indotto dallo stesso governo statale, che ha messo Cruz Espinosa contro due sue sorelle che non risiedono nella proprietà ma se ne vogliono appropriare per consegnarlo al governo, il quale, per il resto, ha già cercato di appropriarsi di queste terre con diversi pretesti. Sono interessati a queste terre l’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH), la Segreteria del Turismo e lo stesso presidente municipale di Ocosingo.

Ciò nonostante, nel 2009 le autorità governative finirono per riconoscere Cruz Espinosa proprietario legittimo.

La contabile Julissa Camacho Ramírez, direttrice del museo del sito, è stata molto attiva nell’alimentare il conflitto familiare, secondo gli zapatisti. “Ci ha sempre mancato di rispetto”, sottolineavano alcuni giorni fa.

Con questo argomento continuano a chiedere la destituzione di Camacho Ramírez, uno dei punti nell’incompiuto verbale di accordo firmato dai funzionari mesi fa.

Il sito di Toniná recentemente è balzato agli onori della cronaca quando lo scorso 6 luglio c’è stato il ritrovamento di due pezzi maya molto importanti del periodo Classico da parte dell’archeologo Juan Yadeum Ángulo e del sindaco di Ocosingo. http://www.jornada.unam.mx/2011/07/19/politica/018n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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