La Jornada – Venerdì 8 luglio 2011
HERMANN BELLINGHAUSEN
Attivisti ed avvocati per i diritti umani in Chiapas denunciano persecuzione giudiziaria e reiterate minacce di arresto. Il Centro dei Diritti Umani Digna Ochoa di Tonalá, Chiapas, ha dichiarato che “lo Stato messicano, ed in particolare il governo statale, utilizzano il sistema giudiziario per perseguire, minacciare, imprigionare i difensori dei diritti umani ed i loro familiari”. Tutto questo per informare della recrudescenza delle minacce contro i difensori nell’entità, in particolare verso Nataniel Hernández Núñez, direttore del Centro.
Intanto, a San Cristóbal de las Casas, questa settimana l’attivista Concepción Avendaño Villafuerte è stata citata dalla Procura Generale della Repubblica (PGR) in relazione ad una sua protesta di qualche mese fa durante la visita in città del presidente Felipe Calderón. A questo si aggiungono le minacce e le recenti accuse contro giornalisti di Tuxtla Gutiérrez e l’arresto durato settimane dell’avvocato della comunità Juan de Grijalva, nel municipio di Ostuacán, che alla fine è stato rilasciato.
Hernández Núñez, oltre ad avere a suo carico diversi procedimenti penali da febbraio e marzo, che potrebbero essere ripresi prossimamente, agenti della Procura si sono presentati a casa dei genitori dell’avvocato per consegnare citazioni di “procedura penale”.
Bersaín Hernández Zavala e Guadalupe Núñez Salazar, noti attivisti sociali da decenni, fondatori dello storico Frente Cívico Tonalteco, sarebbero indagati per aver partecipato alle proteste che si sono svolte il 2 marzo scorso dopo la liberazione del loro figlio Nataniel, arrestato dalla Polizia Federale. Il Centro Digna Ochoa esprime la sua preoccupazione per “la costante minaccia contro la famiglia del nostro direttore che in diverse occasioni è stato arrestato con accuse risultate poi false.
Da parte sua, il Consiglio Autonomo Regionale della Zona Costa del Chiapas, aderente all’Altra Campagna, ha annunciato il suo “completo sostengo” all’avvocato ed ai suoi genitori. “Fanno parte del consiglio e non sono soli, sono lavoratori ed attivisti sociali ben noti in tutto lo stato, e sono vicini ai popoli ed alla gente”. Aggiunge che Bersaín è malato, “e si è aggravato a causa della persecuzione da parte dei governi federale, statale e municipale”.
Da Tapachula, sulla costa, il Centro dei Diritti Umani Fray Matías de Córdova, che inicialmente ha sostenuto la difusa di Hernández Núñez e conoce bene il suo, i casi di altri due avvocati e di diversi membri del consiglio regionale arrestati a febbraio e marzo, ha dichiarato: “Per il contesto in cui sono state sollevate le accuse contro il compagno, l’arresto, l’incarceramento ed il processo, non è stato complicato constatare che capi della polizia, un agente del Pubblico Ministero, così come la responsabile per gli affari legali della Segreteria delle Comunicazioni e Trasporti, hanno utilizzato le istituzioni incaricate di applicare la giustizia per reprimere un difensore dei diritti umani”.
Il Fray Matías de Córdova descrive inconsistenze e contraddizioni delle indagini da parte dell’agente del Pubblico Ministero, Carlos Ruperto Sánchez: testimonianze estorte sotto minaccia o tortura, accuse contraddittorie o letteralmente identiche di diversi “testimoni”. Denunciare Hernández Núñez “era l’ordine” giudiziario. Tutto, nel contesto di una protesta del Consiglio Regionale il 22 febbraio, protesta che fu repressa.
L’analisi conclude che “sono state fabbricate ‘prove’ contro Nataniel Hernández”. Il pubblico ministero “ha usato accertamenti ad hoc per incolparlo dolosamente e cerca di sostenere una farsa giudiziaria per perseguire e punire, non già un reato, bensì un difensore dei diritti umani”. Secondo il centro di Tapachula, “una giustizia che persegue gli avvocati, che si basa su prove fabbricate, ordini e accuse d’ufficio, non è giustizia”. http://www.jornada.unam.mx/2011/07/08/politica/020n1pol