invasione scuola indigena di chilon

La Jornada – Domenica 17 aprile 2011

L’invasione di una scuola indigena alternativa di Chilón minaccia il progetto di educazione

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de Las Casas, Chis., 16 aprile. Le scuole indigene alternative di Guaquitepec, nel municipio di Chilón, sono un riferimento a livello nazionale e internazionale come esperienze di educazione per lo sviluppo interculturale, produttivo ed umanistico, con una definita radice tzeltal. Oggi sono seriamente minacciate da presunti conflitti dentro la stessa comunità. Giovedì scorso sono stati aggrediti, e “fermati”, due maestri del liceo bilingue interculturale Bartolomé de las Casas, da un gruppo di persone che tre mesi fa avevano invaso i terreni della scuola impedendo lo svolgimento delle lezioni.

Il 17 gennaio, questo gruppo, capeggiato da Antonio Mazariegos López, Juan Gómez González, Diego Hernández González e Pedro Gómez Vázquez, noti cacicchi, ha invaso le terre ad uso agricolo della Secondaria Tecnica Bilingue Interculturale Emiliano Zapata Salazar. Secondo la denuncia degli ejidatarios, gli invasori godono del supporto dell’ex deputato perredista Carlos Bertoni Unda, dell’organizzazione Oruga e, anche solo per omissione, della sottosegretaria di Governo a Yajalón, Ana del Carmen Valdivieso Hidalgo che, a nome del titolare di Governo, Noé Castañón León, si era impegnata “ad essere coadiuvante nella soluzione del conflitto”, e né lei né il suo superiore “hanno agito realmente in questo senso” (La Jornada, 15 marzo).

Il Consiglio Tzeltal del Patronato Pro Educazione Messicano ha convocato la creazione del “Movimento sociale indigeno per l’educazione interculturale bilingue”, il quale oggi e domani terrà un incontro nella secondaria di Guaquitepec. Si propone di difendere il plesso scolastico ed il progetto educativo nel suo insieme. Gli invasori, “manovrati” dai quattro leader, da tre mesi hanno lasciato i bambini e bambine della regione “senza la possibilità di continuare ad imparare”.

Anche il consiglio scolare segnala che, “in tutto questo il tempo le autorità competenti del Chiapas hanno fatto molto poco per risolvere il problema, nonostante sia stato chiesto loro in mille modi e da diversi ambiti”.

Da parte sua, Dora Ruiz Galindo de Hagerman, tra i fondatori del progetto collettivo di educazione nel 1995, oggi ha detto: “Quello che sta succedendo non solo è ingiusto, ma investe i diritti dei popoli indigeni”. All’inizio, aggiunge, “abbiamo soddisfatto l’esigenza delle comunità di un’istruzione interculturale di 10 anni di livello medio e medio superiore”. E’ stata direttrice della scuola per sette anni. “Ora, gli studenti di allora sono laureati e dirigono il progetto”.

Il sistema, integrato da uno staff di primaria, secondaria e liceo, da tre lustri forma i figli delle famiglie della regione e rappresenta il cuore originario del popolo tzeltal. Oggi, i sui diplomati dirigono l’istituzione, vincolati ai “principales” dei propri villaggi, le organizzazioni sociali, i genitori ed una squadra di supporto pedagogico unico in Chiapas. Molti dei suoi studenti hanno completato studi universitari e sono ritornati nelle proprie comunità per crescere professionalmente.

L’invasione dei cacicchi è stata denunciata dall’Organizzazione Sociale Indigena Yip Lumaltik, dalle autorità di Maquejá, San Vicente, Pinabetal e San Antonio Bulujib ed i Principales di Guaquitepec; perfino per la Fondazione filogovernativa Colosio regionale, così come le basi zapatiste ed i dirigenti delle scuole. Il gruppo di invasori costruisce “abitazioni” su terreni ejidali destinati alla scuola, contravviene a tutti gli accordi comunitari ed ejidali, e non ha altra ragion d’essere che il clientelismo pre-elettorale e la possibile acutizzazione delle strategie contrainsurgentes nelle montagne del Chiapas. http://www.jornada.unam.mx/2011/04/17/index.php?section=politica&article=015n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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