difesa della terra delle basi zapatiste

La Jornada – Lunedì 11 luglio 2011

La JBG di La Garrucha annuncia che difenderà la zona archeologica di Toniná. Sostiene che queste terre appartengono alle basi di appoggio zapatiste

 

Hermann Bellinghausen. Toniná, Chis. 10 luglio. La giunta di buon governo (JBG) di La Garrucha ha dichiarato che difenderà le terre recuperate dall’EZLN dopo l’insurrezione del 1994, in riferimento specifico alla zona archeologica di Toniná che, per una considerevole porzione, appartiene legittimamente alle basi di appoggio zapatiste, come hanno riconosciuto nel 2009 le autorità dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) ed il governo statale, dopo averlo negato per anni.

Così, quando i visitatori arrivano a Toniná, alla periferia della città di Ocosingo, sono accolti da un grande striscione impermeabile che dichiara il “villaggio di Toniná” territorio zapatista del municipio autonomo Francisco Gómez. Benché la gestione del sito ed il suo museo siano a carico dell’INAH, il terreno circostante fino alla base della famosa piramide, è di proprietà legale di Alfonso Cruz Espinosa, ripetutamente riconosciuto dalla JBG di La Garrucha come base di appoggio zapatista da molti anni, mentre il governo ha tentato varie volte di imprigionarlo per togliergli il terreno.

Il 25 maggio scorso, la JBG denunciò una nuova persecuzione iniziata in febbraio dietro cui c’erano l’INAH ed il governo statale. Rilevava che dal 2009 il governo riconosceva che anche le terre attigue all’accampamento dell’INAH “sono di proprietà di Cruz Espinoza, il quale può disporre di esse senza contravvenire alle norme e regolamenti dell’istituto”, il quale a sua volta “dovrà rispettare i diritti del proprietario”.

In questo caso, il governo applica la stessa tattica contrainsurgente che sviluppa in altre comunità: mediante offerte e negoziazioni parallele con membri della famiglia Cruz Espinoza, torna a minacciare i diritti del legittimo proprietario che vive lì con la sua famiglia.

Ora, la JBG denuncia “energicamente” i governi federale, statale e municipale che “manipolano la signora María Socorro Espinoza Trujillo e le sue figlie Berenice e Dalia Maribel Cruz Espinoza; ‘convincendole’ a vendere la terra recuperata dalle basi dell’EZLN”.

Le autorità zapatiste della selva tzeltal avvertono: “Difenderemo la ricchezza naturale del nostro territorio, perché sappiamo che il governo vuole la terra per venderla ad un altro paese per fare grandi hotel. La JBG la difenderà perché è il patrimonio lasciato dai nostri antenati”. Il governo “offre terreni nei centri turistici ad altri paesi per fare grandi hotel, ristoranti e villaggi turistici a beneficio delle grandi multinazionali”.

Ciò nonostante, “questo patrimonio è del popolo del Messico, e non del governo che offre la terra ad altri paesi. Dunque, difenderemo la zona archeologica di Toninà e le altre ricchezze della madre natura”, sostiene la giunta zapatista.

In senso inverso, cresce la pressione governativa per lo sfruttamento turistico di siti archeologici, lagune, fiumi e tutto quello che ricade nell’ambizioso Programa Mundo Maya 2012. Con questo, l’alienazione e la privatizzazione di territori indigeni nella Selva Lacandona entrerebbe in una spirale incontenibile. Ecoturismo, geoturismo, turismo di avventura, sono il nuovo sogno milionario dei lacandoni di Nahá, Metzabok ed ovviamente Lacanjá. Sono anche un incubo per gli ejidos molto particolari come San Sebastián Bachajón (sul fiume Agua Azul) ed Emiliano Zapata (sulla Laguna di Miramar).

Non è un caso se presto la riserva dei Montes Azules sarà completamente circondata da una strada che aprirà “nuove frontiere” al saccheggio di territori indigeni a beneficio di investitori nazionali e stranieri. http://www.jornada.unam.mx/2011/07/11/politica/016n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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aggressioni a basi zapatiste

La Jornada – Domenica 10 luglio 2011

Basi zapatiste denunciano saccheggi ed aggressioni compiuti dalla Orcao

Hermann Bellinghausen. Inviato San Cristóbal de las Casas, Chis., 9 luglio.  La giunta di buon governo (JBG) del caracol zapatista di La Garrucha ha denunciato il saccheggio di terre ed aggressioni da parte dell’Organizzazion Regionale dei Coltivatori di Caffé di Ocosingo (Orcao), contro le comunità Nuevo Paraíso e Nuevo Rosario, me municipi autonomi Francisco Villa e San Manuel, rispettivamente.

Secondo la JBG, “i malgoverni di Felipe Calderón, Juan Sabines Guerrero e del presidente municipale di Ocosingo, Arturo Zúñiga, hanno intensificato la campagna di contrainsurgencia manipolando i dirigenti della Orcao”, che a loro volta “manipolano le proprie basi per far scontrare tra loro i contadini, assegnando terre recuperate”.

Le denunce contro la Orcao quale strumento di contrainsurgencia, presentate dalla giunta zapatista El camino del futuro, nella selva tzeltal, si sommano alle denunce della JBG Arco iris de la esperanza, nel caracol di Morelia (22 e 24 giugno), che si riferiscono ad aggressioni e saccheggi nel municipio autonomo Lucio Cabañas.

A Nuevo Paraíso, un gruppo di persone dell’ejido Guadalupe Victoria, dal 3 marzo si è impossessato di terre recuperate dalle basi zapatiste, mentre un gruppo di Las Conchitas (Ocosingo) ed un altro dell’ejido Po’jcol (Chilón) “stanno seminando” nei poderi degli zapatisti. La JBG ha indagato sugli invasioni ed ha documentato che tutti sono membri della Orcao.

La JBG di La Garrucha “ha invitato i dirigenti di questa organizzazione a sgomberare pacificamente le terre recuperate”, ma si sono rifiutati di farlo. Così, per quattro mesi causarono “hanno provocato molti problemi” a Nuevo Paraíso.

Gli zapatisti elencano furti di piante di caffè, milpas, canne da zucchero, bestiame, filo di ferro ed alberi da parte di coloni di Guadalupe Victoria. Intanto, coloni di Po’jcol, “che sono sempre armati”, vendono ad un’impresa edile la ghiaia estratta illegalmente dalle terre recuperate. “Tutti questi fatti avvengono come se nulla fosse, ma la JBG aspetta una risposta da parte delle autorità della Orcao”.”

La giunta di La Garrucha accusa di queste azioni José Peñate Gómez, Osmar, Pedro López García, Marcos Hernández Morales, José Alfredo Peñate Gómez e Miguel Centeno Gutiérrez (Guadalupe Victoria), così come Adolfo Ruiz Gutiérrez, Domingo Gutiérrez Ruiz, Bersaín, Miguel e Baldemar Gutiérrez Gómez, Jerónimo, Andrés ed Eliseo Gutiérrez Pérez (Po’jcol), e Fidelino Gómez Morales, Carmelino Ruiz Guillén, Fidelino Gómez Lorenzo e Marcos Gómez Morales (Las Conchitas).

La JBG chiede che gli elementi della Orcao, “assistiti dai tre livelli di governo”, liberino le terre recuperate dopo il 1994. “Sono nostre e le difenderemo ad ogni costo”, sostiene. “Ne abbiamo abbastanza delle provocazioni”. La JGB chiede al presidente di Orcao, Antonio Juárez Cruz, “che la sua gente sgomberi la terra delle basi di appoggio di Nuevo Paraíso” e, agli invasori, che tolgano lamiere e legni “che hanno portato dalle loro terre”, e che restituiscano il legno rubato. “In caso contrario, se succederanno cose gravi, ne riterremo responsabili direttamente il governo e la dirigenza della Orcao”.

Un altro caso in cui i governi federale, statale e municipale “danno consulenza ai dirigenti di Orcao” per invadere le terre recuperate dall’EZLN, è il villaggio Nuevo Rosario, nel municipio autonomo San Manuel. Lì gli invasori “stanno abbattendo molti alberi per vendere legna ad Ocosingo”. La JBG accusa la dirigenza dei produttori di caffè filogovernativi di affittare indebitamente la terra recuperata all’allevatore Alejandro Alcázar, di San Cristóbal de las Casas.

 

Questo ha provocato danni alle milpe del municipio zapatista San Manuel, a causa della distruzione del recintato per fare entrare il bestiame. Sono state colpite anche otto famiglie che non appartengono a nessuna organizzazione, abitanti dello stesso Nuevo Rosario. http://www.jornada.unam.mx/2011/07/10/politica/019n1pol

 

Comunicato della JBG di La Garrucha

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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falsi aderenti alla Altra Campagna

La Jornada – Sabato 9 luglio 2011

Campesinos denunciano la persecuzione del governo del Chiapas per una presunta invasione di terre

Hermann Bellinghausen

Rappresentanti delle comunità associate al Fronte Popolare Campesino Lucio Cabañas, aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona ed all’Altra Campagna nella regione selva di confine, hanno denunciato a Las Margaritas, Chiapas, che secondo informazioni della stampa statale di giovedì, contro rappresentanti dell’organizzazione avrebbero spiccato, senza motivo, mandati di cattura.

“Il malgoverno manda segnali intimidatori a coloro che si organizzano e lottano per difendere il diritto alla terra e al territorio come popoli indigeni. Respingiamo le accuse contro i rappresentanti del Fronte Lucio Cabañas”, accuse mosse per un’invasione di terre con cui non abbiamo niente a che vedere.

Ricordano che il 30 maggio, Matilde Hernández Álvarez, Armando Luna Álvarez, Óscar ed Ernesto López García, quest’ultimo lavoratore del programma Chiapas Solidario, si sono impossessati di una fattoria privata sul tratto stradale Las Margaritas-Comitán, al lato della fattoria Nueva Aurora, ed hanno esposto uno striscione con scritto: “Podere recuperato dall’Organizzazione Campesina Lucio Cabañas”.

I rappresentanti del Fronte denunciano che queste persone non appartengono all’organizzazione. “Sono saccheggiatori che usano il nostro nome e si sono impossessati del terreno al fine di venderlo a lotti, ingannando la gente”.

Caralampio Pérez Aguilar, Eugenio Rodríguez Hernández e Marcelino Jiménez Sántiz, a nome del Fronte Lucio Cabañas, dichiarano: “Non vogliamo avere problemi, provocazioni né scontri tra fratelli indigeni, come abbiamo detto al malgoverno il 31 maggio con nostra denuncia protocollata il 2 giugno presso il sottosegretariato di Governo della regione Meseta comiteca-tojolabal”.

Non abbiamo invaso terreni e proseguiamo decisi la lotta. Sappiamo che è il malgoverno l’attore principale del problema, perché abbiamo fatto denunce pubbliche contro questi intrusi, tuttavia, continuano a dare adito a queste persone”.

In altro ordine, “ora i cinque di Bachajón sono quattro. Con la liberazione, giovedì, del giovane tzeltal Mariano Demeza Silvano, che era recluso nel Centro di Reinserimento Sociale Villa Crisol, municipio di Berriozábal, in prigione ora ci sono ancora Juan Aguilar Guzmán, Jerónimo Guzmán Méndez, Domingo García Gómez e Domingo Pérez Álvaro, che recentemente hanno denunciato maltrattamenti da parte delle autorità carcerarie di Playas de Catazajá.

Gli ejidatarios di San Sebastián Bachajón, comunità alla quale appartengono i detenuti, aderenti all’Altra Campagna, affermano che la liberazione di Demeza Silvano è “il primo frutto” delle mobilitazioni e manifestazioni a suo favore realizzate in diverse parti del mondo.

“Benché non in totale libertà”, chiariscono, “il governo di Juan Sabines Guerrero lo ha scarcerato dopo cinque mesi di sequestro senza colpe”. Il giovane era “prigioniero politico, perché il suo unico reato è stato alzare la voce per difendere la sua terra e la sua autonomia”.

Gli ejidatarios dell’Altra Campagna di San Sebastián ribadiscono “che ci sono ancora quattro compagni ingiustamente reclusi, che il malgoverno tiene in ostaggio per i suoi interessi neoliberali”. Chiedono alla società di continuare a chiedere la loro liberazione dal Centro di Reinserimento Sociale numero 17 di Playas de Catazajá. http://www.jornada.unam.mx/2011/07/09/politica/024n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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denuncia persecuzione difensori diritti umani

La Jornada – Venerdì 8 luglio 2011

Difensori dei diritti umani denunciano persecuzione in Chiapas. Accusano il governo di voler arrestare il direttore del Centro Digna Ochoa

HERMANN BELLINGHAUSEN

Attivisti ed avvocati per i diritti umani in Chiapas denunciano persecuzione giudiziaria e reiterate minacce di arresto. Il Centro dei Diritti Umani Digna Ochoa di Tonalá, Chiapas, ha dichiarato che “lo Stato messicano, ed in particolare il governo statale, utilizzano il sistema giudiziario per perseguire, minacciare, imprigionare i difensori dei diritti umani ed i loro familiari”. Tutto questo per informare della recrudescenza delle minacce contro i difensori nell’entità, in particolare verso Nataniel Hernández Núñez, direttore del Centro.

Intanto, a San Cristóbal de las Casas, questa settimana l’attivista Concepción Avendaño Villafuerte è stata citata dalla Procura Generale della Repubblica (PGR) in relazione ad una sua protesta di qualche mese fa durante la visita in città del presidente Felipe Calderón. A questo si aggiungono le minacce e le recenti accuse contro giornalisti di Tuxtla Gutiérrez e l’arresto durato settimane dell’avvocato della comunità Juan de Grijalva, nel municipio di Ostuacán, che alla fine è stato rilasciato.

Hernández Núñez, oltre ad avere a suo carico diversi procedimenti penali da febbraio e marzo, che potrebbero essere ripresi prossimamente, agenti della Procura si sono presentati a casa dei genitori dell’avvocato per consegnare citazioni di “procedura penale”.

Bersaín Hernández Zavala e Guadalupe Núñez Salazar, noti attivisti sociali da decenni, fondatori dello storico Frente Cívico Tonalteco, sarebbero indagati per aver partecipato alle proteste che si sono svolte il 2 marzo scorso dopo la liberazione del loro figlio Nataniel, arrestato dalla Polizia Federale. Il Centro Digna Ochoa esprime la sua preoccupazione per “la costante minaccia contro la famiglia del nostro direttore che in diverse occasioni è stato arrestato con accuse risultate poi false.

Da parte sua, il Consiglio Autonomo Regionale della Zona Costa del Chiapas, aderente all’Altra Campagna, ha annunciato il suo “completo sostengo” all’avvocato ed ai suoi genitori. “Fanno parte del consiglio e non sono soli, sono lavoratori ed attivisti sociali ben noti in tutto lo stato, e sono vicini ai popoli ed alla gente”. Aggiunge che Bersaín è malato, “e si è aggravato a causa della persecuzione da parte dei governi federale, statale e municipale”.

Da Tapachula, sulla costa, il Centro dei Diritti Umani Fray Matías de Córdova, che inicialmente ha sostenuto la difusa di Hernández Núñez e conoce bene il suo, i casi di altri due avvocati e di diversi membri del consiglio regionale arrestati a febbraio e marzo, ha dichiarato: “Per il contesto in cui sono state sollevate le accuse contro il compagno, l’arresto, l’incarceramento ed il processo, non è stato complicato constatare che capi della polizia, un agente del Pubblico Ministero, così come la responsabile per gli affari legali della Segreteria delle Comunicazioni e Trasporti, hanno utilizzato le istituzioni incaricate di applicare la giustizia per reprimere un difensore dei diritti umani”.

Il Fray Matías de Córdova descrive inconsistenze e contraddizioni delle indagini da parte dell’agente del Pubblico Ministero, Carlos Ruperto Sánchez: testimonianze estorte sotto minaccia o tortura, accuse contraddittorie o letteralmente identiche di diversi “testimoni”. Denunciare Hernández Núñez “era l’ordine” giudiziario. Tutto, nel contesto di una protesta del Consiglio Regionale il 22 febbraio, protesta che fu repressa.

L’analisi conclude che “sono state fabbricate ‘prove’ contro Nataniel Hernández”. Il pubblico ministero “ha usato accertamenti ad hoc per incolparlo dolosamente e cerca di sostenere una farsa giudiziaria per perseguire e punire, non già un reato, bensì un difensore dei diritti umani”. Secondo il centro di Tapachula, “una giustizia che persegue gli avvocati, che si basa su prove fabbricate, ordini e accuse d’ufficio, non è giustizia”. http://www.jornada.unam.mx/2011/07/08/politica/020n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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scarcerato attivista di Bachajon

Disposta la scarcerazione dell’attivista di Bachajón

Elio Henríquez. San Cristóbal de Las Casas, Chis., 7 luglio. Il giudice María Guadalupe Flores Rocha, competente peri il carcere minorile Villa Crisol, ha disposto la libertà condizionata per Mariano Demeza Silvano, uno dei cinque aderenti all’Altra Campagna dell’ejido San Sebastián Bachajón, municipio di Chilón, arrestati agli inizi del marzo scorso con l’accusa di omicidio, danneggiamenti ed attentato alla pace pubblica, dopo uno scontro con militanti priisti per la disputa del centro turistico delle Cascate di Agua Azul.

Rappresentanti del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas (Frayba) hanno comunicato che il minorenne, di 17 anni, sarebbe stato scarcerato giovedì per essere assegnato al Sistema per lo Sviluppo Integrale della Famiglia (DIF) municipale di Chilón per svolgere lavori a favore della comunità. (….) http://www.jornada.unam.mx/2011/07/08/politica/020n3pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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cartoline no tav

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no tav liberi, liberi tutti!

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proiezione documentario “Viva Mexico” a Genova, sabato 9 luglio

Sabato 9 luglio 2011, ore 21.30


“Viva Mexico” – produzione di Terra Nostra Films – Messico – 2010
 

Proiezione e discussione con il regista Nicolas Défossé

Palazzo Ducale, Sottoporticato, Piazza Matteotti, Genova

Ingresso Libero

informazioni : http://www.genova2011.org/programma-genova-2001-2011/9-luglio-2011/

Sito web del documentario: http://www.vivamexicofilm.com

Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=aYFacPd8_-I

Fotos del tour in Messico e in Europa: http://www.facebook.com/media/albums/?id=111421438895535

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Libera A palla, corteo antipro

Dal 6 al 10 Luglio Libera A palla sarà in quel dei Mondiali Antirazzisti. Bosco Albergati, Castelfranco Emilia.
Orari Partite: giovedi 17 30, venerdi 11 30- 13 30 – 16 30, sabato 12 30, se passeremo il girone saremo presenti anche domenica, durante il torneo alla sera sarà presente il banchetto di Libera.

Programma Soverte
-Giovedì 7 h.21 Serata ANTIMCDONALD: Cena Vegan+SUPER SIZE ME
-Venerdì 8 h.22 CONCERTI+Balkan Beat-i DJSET
-Sabato 9: h.16 Visita Guidata del Bosco, h.18 LAB FOTOGRAFIA, h.22 CONCERTI+DJ
-Domenica 10 h.21 CINEFORUM con APOCALYPSE NOW

Venerdì 15 luglio
CORTEO notturno Antiproibizionista.“Bere una birra in strada non è reato”.“Birra e Marijuana Za-zà”.
Contro l’ordinanza proibizionista del Comune di Modena. Piazza S. Agostino ore 21.
Spazio Sociale LIBERA Modena, Spazio occupato SOVERTE Carpi, Fassbinder Sassuolo, Anarcotrafficanti Modena.

http://anarchicicarpi.noblogs.org
http://www.libera-unidea.org/home.htm

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Chiapas: ancora abusi in carcere

La Jornada – Mercoledì 6 luglio 2011

Denunciati abusi sui detenuti e visitatori nel carcere di Catazajá, Chiapas

Hermann Bellinghausen


Decine di familiari di detenuti nel Centro Statale di Reinserimento Sociale (CERSS) numero 17, di Playas de Catazajá, Chiapas, hanno denunciato maltrattamenti ed umiliazioni sessuali da parte delle autorità della prigione. Accusano il direttore, David Montero Montero, e chiedono l’intervento del segretario della Sicurezza e Protezione del Cittadino, generale maggiore di cavalleria Rogelio Hernández de la Mata, “sulla base di quanto dispone l’articolo 8 della nostra Carta Magna”.

Prima di passare all’interno del CERSS, “durante la perquisizione ci fanno spogliare completamente, mettendoci a gambe larghe, e ci portano via il cibo che portiamo per i nostri familiari”. Si dicono indignati per l’abuso di autorità del direttore, del personale di custodia e del giudice della prigione, David Arias Jiménez.

In una lettera al segretario ribadiscono “ogni abuso di autorità viene da Montero Montero, direttore del CERSS, dove sono reclusi i nostri familiari, questo funzionario pubblico, insieme al suo personale, ci riserva trattamenti che ledono i nostri diritti umani.

“Gli abusi non sono solo su noi visitatori, ma anche sui nostri familiari rinchiusi nel CERSS di Catazajá”, aggiungono. “Il direttore ha la sfacciataggine ed il cinismo di dire di eseguire ordini superiori, e di fare quello che vogliamo, tanto a lui non importa perché dice di avere molti amici influenti”.

I querelanti spiegano al segretario della Sicurezza chiapaneco che il curriculum di Montero Montero “non è per niente bello, poiché nei centri penitenziari in cui è stato ha agito sempre con abuso di autorità e prepotenza sia con i visitatori che con i detenuti”. Contro il direttore “ci sono molte denunce presso la Commissione Statale dei Diritti Umani, così come su stampa, radio e televisione, per questo chiediamo che si dia corso ad un’indagine approfondita contro questo ed altri funzionari pubblici”. Le famiglie offese chiedono la sua destituzione, perché “non solo commette abusi di autorità, ma molesta sessualmente noi visitatori”.

Chiedono l’intervento del generale Hernández de la Mata, “poiché i nostri familiari reclusi sono molto tesi per gli abusi di questi funzionari pubblici, e vogliamo che i nostri internati stiano bene e si evitino situazioni spiacevoli”.

In questo carcere, dal 3 febbraio scorso si trovano quattro dei cinque indigeni, aderenti dell’Altra Campagna dell’ejido San Sebastián Bachajón. Si tratta di Juan Aguilar Guzmán, Jerónimo Guzmán Méndez, Domingo García Gómez e Domingo Pérez Álvaro. Si considerano “prigionieri politici”, perché è dimostrato che sono innocenti delle accuse mosse contro di loro.

Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, incaricato della loro difesa, li ritiene “ostaggi” del governo statale, il quale vuole obbligare la comunità ad accettare i progetti turistici imposti nella regione delle cascate di Agua Azul. Inizialmente, il numero degli arrestati era di 117, la maggioranza fu quasi subito liberarta. Da febbraio ci sono state mobilitazioni e campagne internazionali per chiedere la liberazione dei “cinque di Bachajón”, contro i quali i maltrattamenti in carcere sono stati costanti, così come ai loro familiari. http://www.jornada.unam.mx/2011/07/06/politica/018n2pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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