5000 messaggi per il prigioniero politico Alberto Patishtan:
http://www.autistici.org/nodosolidale/news_det.php?l=it&id=2150
*Pretendiamo la liberazione del professor Alberto Patishtan*
Il professor Alberto Patishtan, conosciuto per il suo attivismo a difesa dei diritti degli indigeni in Messico, è stato fatto sparire lo scorso 20 ottobre dal carcere del Chiapas, dove ha scontato 11 anni di pena, in seguito a una sentenza contestata per gravi irregolarità. Alberto, che soffre di diabete e ha contratto un glaucoma in prigione, è apparso qualche giorno dopo in un carcere di massima sicurezza a 2.000 km dalla sua famiglia, gli si rifiuta assistenza medica ed è soggetto ad isolamento totale per 23 ore al giorno. Il tuo aiuto è vitale.
Richiediamo al governo che rimetta in libertà il professor Alberto Patishtan.
Utilizza il modulo di questo link:
http://oiga.me/campaigns/exige-la-liberacion-del-profesor-alberto-patishtan
per scrivere una mail per chiedere la liberazione del professor Alberto Patishtan e la invieremo al presidente della Repubblica del Messico, al Governatore del Chiapas, al Ministro dell’Interno e alla Procura Generale di Giustizia del Chiapas. Puoi scrivere un testo a parole tue o, se preferisci, copiare e incollare questo messaggio:
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Libertà immediata per Alberto Patishtán!!!
Manifesto il mio sostegno affinchè il professor Patishtán venga messo in libertà e le trasmetto la mia severa condanna alle irregolarità giudiziarie e penitenziarie che si verificano in Messico.
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Alberto Patishtan è un maestro di origine Tzotzil di quarant’anni, aderente alla Sesta Dichiarazione Zapatista, che ha dedicato la sua vita alla difesa dei diritti dei popoli indigeni in Messico. Undici anni fa e dopo un torvo processo guidiziario, è stato condannato a 60 anni di prigione. Ciò nonostante, il professore ha incontrato dall’altra parte, un altro spazio dal quale cominciare una mobilitazione e smuovere le coscienze in merito al rispetto dei diritti dei detenuti.
In questo contesto e come membro dell’organizzazione “La Voz del Amate”, il professor Alberto si è reso protagonista di numerose attività di protesta pacifica. I più recenti sono stati uno sciopero della fame e digiuni cominciati lo scorso 29 settembre insieme ad altri compagni, con l’obiettivo di denunciare non solo le irregolarità processuali ma anche i casi di tortura e minacce subite da moltitudini di prigionieri e prigioniere politiche. Alberto ha partecipato all’azione sin dall’inizio rischiando di accusare debolezza a causa del diabete e del glaucoma di cui soffre. Quest’ultimo, contratto in prigione.
Durante l’azione di protesta, all’alba del 20 ottobre, il maestro fu allontanato dalla prigione del Chiapas, senza previo avviso al Centro per i Diritti Umani Fray Bartolome de Las Casas, ente giuridico responsabile di rappresentarlo, nè comunicazione alla sua famiglia che con angoscia per alcune ore, ha temuto fosse scomparso. Alla fine è ricomparso nella prigione federale n° 8, a Guasave, Sinaloa, un centro di massima sicurezza a più di 2.000 km dal suo stato di origine, il Chiapas.
Ora, non solo si sa dove si trova ma addirittura è stato accertato che il professor Patishtán non riceve assistenza medica e che è obbligato a subire 23 ore al giorno di isolamento totale nella sua cella individuale. Se questa situazione dovesse protrarsi, Alberto potrebbe rimanere cieco in poco tempo.
Il maestro ha presentato il caso alla Corte Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) e conta sull’enorme sostegno di organizzazioni internazionali e nazionali come Amnesty International o Movimento per la Pace con Giustizia e Dignità, così come quello dei suoi compagni, familiari e reti di aiuto. A causa di tutto ciò, il governo non ascolta le sue denunce e continua coi metodi repressivi contro i membri di piattaforme come L’Altra Campagna.
Gli arresti all’insegna della noncuranza delle garanzie processuali di base e le denunce per torture e pratiche vessatorie sui prigionieri politici si ammassano e si dimenticano. Attraverso questa campagna, vogliamo trasmettere ai colpevoli di questa situazione, in particolare a Felipe Calderon (presidente del consiglio) e a Juan Sabines (governatore del Chiapas), l’indiscutibile sostegno della società civile internazionale a favore dei diritti dei prigionieri e delle prigioniere politiche messicane e l’assoluta condanna delle irregolarità giudiziarie e penitenziarie che si verificano.
Libertà per i prigionieri politici!
È possibile mettersi in contatto direttamente con loro tramite i contatti twiters
Lic. Felipe de Jesús Calderón Hinojosa (Presidente della Repubblica)
Twitter: @FelipeCalderon y @GobFed
Lic. José Francisco Blake Mora (Ministro dell’Interno) Twitter: @FBlakeM y @SEGOB_mx
Lic. Juan José Sabines Guerrero (Governatore Costituzionale dello Stato del Chiapas)
Twitter: @Juansabinesg y @gubernaturachis
Dr. Noé Castañón León (Segretario Generale del Governo dello Stato del Chiapas)
Twitter: @gobiernochiapas
Lic. Raciel López Salazar (Procura Generale di Giustizia del Chiapas) Twitter: @pgjechiapas
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