La Jornada – Martedì 21 giugno 2011
“Pericoloso” difendere i diritti umani in Messico, denuncia il Centro Digna Ochoa
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 20 giugno. La difesa dei diritti umani nel nostro paese oggi è “un lavoro pericoloso”, sostiene il Centro dei Diritti Umani Digna Ochoa (CDHDO). “Coloro che si occupano di questioni che riguardano l’ambiente, i diritti delle donne, contadini, giornalisti, migranti e indigeni, ricevono quotidianamente minacce all’integrità fisica e psicologica loro e delle loro famiglie”. La situazione “è in continuo peggioramento”..
Il centro che opera nella città di Tonalá, ha annunciato oggi una “campagna nazionale ed internazionale contro la persecuzione giudiziaria e la criminalizzazione di avvocati ed attivisti sociali in Messico”, che inizierà il prossimo giovedì 23. Chiede inoltre la sospensione della persecuzione contro il suo direttore, Nataniel Hernández Núñez, dovuta principalmente all’accompagnamento dell’organizzazione alle proteste del Consiglio Regionale Autonomo della Zona Costa, aderente all’Altra Campagna.
In Messico – aggiunge il CDHDO – “c’è la guerra”, non solo quella “disastrosa” contro il crimine organizzato, bensì una “contro la gente e le sue lotte per una vita degna; gente che non vuole più essere continuamente calpestata e trattata come merce o delinquente”. Si ripetono, dunque, le storie di ingiustizia ed impunità. “La persecuzione e la repressione sono il modo in cui il governo di qualunque livello affronta i popoli che si organizzano per difendere le proprie terre e risorse”.
Ed aggiunge: “C’è la lotta per vendere e possedere le risorse. Quello che disturba i piani del potere e del denaro sono i popoli che difendono il loro stile di vita ed il loro lavoro, che vivono e preservano risorse, terre, acqua”.
In Chiapas c’è il caso, “tra molti altri”, di Nataniel Hernández, direttore del centro che ha accompagnato “i lavori e la lotta del Consiglio Autonomo Regionale della Zona Costa”. E’ stato fermato in due occasioni, “una con accuse di ordine statale e la seconda per reati federali”. Ciò rivela “la strategia di persecuzione contro il compagno e la repressione contro la gente che si organizza e lotta”. Hernández Núñez affronta “più di cinque processi penali assolutamente costruiti e viziati, l’ulteriore dimostrazione che in Messico la giustizia non esiste, prevale l’impunità”.
Per dimostrare che “non è solo, come nessuno altro che a difesa del suo popolo e dei suoi diritti alza la voce e si organizza”, insieme a “compagni e compagne nel paese e nel mondo”, il centro annuncia la sua campagna nazionale ed internazionale.
Questa chiederà “la cancellazione della minaccia giuridica contro gli attivisti sociali ed i difensori comunitari dei diritti umani”, in particolare la cancellazione dei processi “del governo messicano contro il compagno Nataniel, che sono parte di una strategia per fermare il lavoro di osservazione ed accompagnamento del CDHDO”. Nello stesso tempo, si pronuncerà per il rispetto delle garanzie individuali e collettive in Messico. http://www.jornada.unam.mx/2011/06/21/politica/020n1pol