La Jornada – Sabato 30 aprile 2011 A livello mondiali 63 manifestazioni in 22 Paesi per chiedere la liberazione dei 5 “prigionieri politici” di Bachajón

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 29 aprile. La richiesta di liberare i cinque prigionieri politici di San Sebastián Bachajón, aderenti all’Altra Campagna, in carcere da 85 giorni, questa settimana ha avuto ripercussioni a livello statale, nazionale ed internazionale, ignorata dai mezzi di comunicazione, ma non per questo meno diffusa.

In maniera significativa, tutti questi ambiti sono confluiti nella la convocazione alla Marcia Nazionale per la Giustizia e Contro l’Impunità – convocata dal poeta Javier Sicilia – e nell’annuncio della comandancia dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) che le proprie basi di appoggio – nella prima mobilitazione pubblica degli ultimi anni – si uniranno all’Altra Campagna in tutto il paese e con la Zezta Internazionale.

A livello statale si sono espressi chiaramente Las Abejas, di Acteal; gli ejidatarios choles che difendono le loro terre nell’ejido di Tila ed il Coniglio Regionale Autonomo della Zona Costa, per chiedere, come dice quest’ultimo, “al governo repressore di Juan Sabines e Felipe Calderón la liberazione immediata ed incondizionata di Juan Aguilar Guzmán, Jerónimo Guzmán Méndez, Domingo Pérez Álvaro, Domingo García Gómez e Mariano Demeza Silvano”, perseguiti “perché lottano e difendono la loro terra e territorio”.

Le proteste e le mobilitazioni si sono estese rapidamente. Iniziate il 24 e concluse questo giovedì 28, hanno visto 63 manifestazioni in 22 Paesi. E’ stato commemorato anche l’anniversario dell’assassinio di Bety Cariño Trujillo e Jyri Jakkola, mentre partecipavano ad una carovana umanitaria a San Juan Copala, Oaxaca. Ma se il giorno 27 i collettivi di Parigi, Dorset o Barcellona realizzavano azioni separate davanti al consolato messicani con la richiesta di liberare i tzeltales di Bachajón, il giorno dopo convergevano in un nuovo appello per dire “stop alla guerra di Felipe Calderón”, firmato da 16 collettivi ed organizzazioni di Francia, Italia, Svizzera, Germania, Austria, Grecia e Stato Spagnolo. (…) Le organizzazioni europee chiedono la liberazione dei “prigionieri politici” di la Voz del Amate, San Sebastián Bachajón, Mitzitón e Jotolá (Chiapas), così pure di Loxichas e Xanica (Oaxaca) e Guerrero. (…). Las azioni si sono estese a Sudafrica, Nuova Zelanda, Slovenia, India e Filippine (…).

Il Movimento per la Giustizia del Barrio ha realizzato azioni a New York e divulgato un messaggio di organizzazioni egiziane a favore della liberazione dei cinque di Bachajón, in risposta ad un videomessaggio e ad una lettera di appoggio. Il nuovo messaggio include un video (www.youtube.com/watch?v=h3uIWkjKOlU). I mittenti egiziani spiegano di “aver scritto la canzone nei giorni in cui è caduto il potere e la dittatura, e raccoglie quello che dicevano i cartelli nelle piazze”.

Infine, 23 organizzazioni dell’Altra Campagna in diversi stati, hanno annunciato oggi di aver iniziato “un processo di articolazione nazionale contro il malgoverno ed il mercato, a favore della vita, la madre terra e in difesa dei beni naturali, per condividere la costruzione delle autonomie”. E che rispondendo alla convocazione di Javier Sicilia e dell’EZLN si mobiliteranno dal 5 al 8 maggio in Bassa California, Chiapas, Coahuila, Jalisco, Guanajuato, Gueriero, Nuevo León, Nayarit, Puebla e Città del Messico, per chiedere lo “stop alla violenza contro il popolo del Messico”. http://www.jornada.unam.mx/2011/04/30/index.php?section=politica&article=019n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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