La Jornada – Domenica 27 Febbraio 2011
Svolgevano azione di osservazione per possibili violazioni dei diritti umani
Gli avvocati denunciano l’uso fazioso del sistema giudiziario a scopo di intimidazione
HERMANN BELLINGHAUSEN
I tre giovani avvocati, difensori dei diritti umani, fermati a Pijijiapan (Chiapas) lo scorso 22 febbraio, sono stati rinchiusi nel carcere di El Amate, a Cintalapa. José María Martínez Cruz ed Eduardo Alonso Martínez Silva, del Centro dei Diritti Umani Digna Ochoa, così come Nataniel Hernández Núñez, direttore dello stesso, con sede nella città di Tonalá, sono accusati del reato di sommossa.
Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas (CDHFBC) ha espresso la sua preoccupazione per questi arresti, eseguiti mentre gli avvocati realizzavano “attività di osservazione e documentazione di possibili violazioni dei diritti umani da parte delle autorità statali mentre si svolgeva un blocco stradale sulla strada Tonalá-Pijijiapan, nel punto conosciuto come La Pilita”. Inizialmente, la polizia federale e statale aveva fermato mezzo centinaio di manifestanti.
Al blocco, organizzato dal Consiglio Autonomo Regionale della Zona Costa del Chiapas, partecipavano diverse comunità dei municipi di Mapastepec, Tonalá e Pijijiapan, nel contesto delle azioni di protesta di molte organizzazioni civili, comunità indigene e contadine per chiedere la liberazione di 10 ejidatarios tzeltales, aderenti all’Altra Campagna di San Sebastián Bachajón, municipio di Chilón, arrestati all’inizio di febbraio ed attualmente carcerati nella prigione di Playas de Catazajá.
Gli avvocati del Centro Digna Ochoa rinchiusi nel carcere di El Amate, municipio di Cintalapa, sono stati messi a disposizione del tribunale penale con procedimento 34/201. Il giudice ha ritirato le accuse di attentato contro la pace e l’integrità corporale e patrimoniale della collettività dello stato, e mantenuto solo il presunto reato di sommossa.
Il Centro Digna Ochoa da parte sua denuncia che l’arresto dei suoi compagni significa che “continua la criminalizzazione dei difensori dei diritti umani da parte del governo del Chiapas”.
La relatrice speciale sulla Situazione dei Difensori dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha dichiarato che i governi si servono dal sistema giudiziario come strumento di ostilità e punizione contro i difensori dei diritti umani. Secondo loro, la difesa dei diritti umani è un atto criminale, e “normalmente accusano i difensori dei diritti umani di reati contro la sicurezza dello Stato”.
Di conseguenza, il CDHFBC teme l’utilizzo di azioni legali contro i difensori “con l’obiettivo di vessarli giuridicamente e screditare il loro lavoro”. Pertanto, esige dal governo del Chiapas “che rispetti il suo obbligo di mettere fine a tutte le aggressione ed ostruzione al lavoro degli avvocati”.
Ricordiamo che a giugno del 2010, Nataniel Hernández Núñez era già stato oggetto di persecuzione giudiziaria, accusato di “attacco alle vie generali di comunicazione”, in relazione con altre proteste sulla costa chiapaneca. http://www.jornada.unam.mx/2011/02/27/index.php?section=politica&article=017n1pol