dal Chile..

El 14 de Agosto del año pasado fueron allanados numerosas viviendas y centros sociales en Santiago en el marco de una investigación que el estado chileno venía realizando desde el 2005, resultando encarceladas/os 14 compañeras/os, para quienes la fiscalía pide concenas que van desde los 10 años a la cadena perpetua, ya que se les está juzgando bajo la ley antiterrorista.
Esta ley, con origen en la dictadura, se viene usando para amedentrar a los movimientos sociales en Chile hace años ya. En este caso, basándose en acusaciones y suposiciones, y principalmente en las ideas de las/os acusadas/os a falta de pruebas reales.
Las/os compañeras/os realizaron una huelga de hambre de dos meses y la solidaridad en la calle se ha hecho sentir, siendo todas las manifestaciones solidarias reprimidas brutalmente.

¡Presas/os a la calle!

 

 

 

Video de la prensa:

>> En solidaridad con las y los compañeras/os presas/os en Chile por el «Caso Bombas».

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lettera di italiani residenti in Messico

Noi, italiani residenti in Messico, esprimiamo con fermezza la nostra indignazione per la grave situazione in cui versa il nostro paese: l’Italia è logorata dal decadimento del sistema politico e dai continui conflitti istituzionali che ne compromettono la vita democratica.

La pochezza ideologica, culturale ed etica del governo Berlusconi non può rappresentare il nostro essere italiani. Ci indignano l’esercizio di un potere vincolato alla finzione mediatica, l’intolleranza verso la libertà di pensiero, l’operato di una maggioranza parlamentare che dimentica le reali urgenze del paese e calpesta la solidità della nostra Costituzione con una gestione del potere corrotta e personalizzata.

Non accettiamo la politica di un governo che non sa garantire la dignità sociale ai cittadini, miope e ottuso nel gestire le dinamiche migratorie e incapace di favorire il dialogo necessario tra Europa e Mediterraneo. Un governo che mortifica la ricerca universitaria e la cultura, investe preziose energie in guerre ingiuste e non affronta il problema del precariato. Un governo che persegue con estrema irresponsabilità una politica energetica incentrata sul ritorno al nucleare e punta alla privatizzazione dell’acqua, dell’istruzione e della salute.

Sosteniamo con forza i referendum del 12 e 13 giugno e ci uniamo a quella parte di paese che non accetta più una democrazia simulata, facendo nostro lo stato d’animo delle tante persone che da mesi riempiono le piazze delle città d’Italia.

Anna Maria Satta, Rosalba Piazza, Rossella Bergamaschi, Luisa Montoni, Maria Teresa Trentin, Gabriele Ciapparella, Clara Ferri, Raffaele Cesana, Diego Barboni, Fabrizio Lorusso, Brando Torri, Stefania Zoccatelli, Luisa Rossi, Alessandra Masserotti, Paolo Pagliai, Alessandro Raveggi, Chiara Donà, Andrea Mutolo, Luciano Valentinotti, Bruna Ghidoni, Francesca Gargallo, Sabina Longhitano, Marinella Miano, Diego Lucifreddi, Paola Giovine, Larrier Giovine, Roberto Benini, Claudio Albertani, Donatella Di Benedetto, Armando Volterrani, Maddalena Forcella, Guillermo Almeyra, Federico Mastrogiovanni, Cinzia Margherita Battista, Paola Capon, Laura Lascialfare, Gianni Cannata, Manuela Loi, Raffaella De Antonellis, Marina Piazzi, Nina Caldarella, Manuela Derosas, Carlo Almeyra, Pablo Moya Rossi, Patrizia Romani, Franco Grasso, Dianora Zagato, Andrea Alì, Isabella Spagnuolo Borgia, Giovanna Serredi, Anna Lucia Coppa, Rossella M. Bergamaschi, Francesca Caregnato, Marco Persiani, Guido Persiani, Maria Luisa Scuri, Franca Bizzoni, Stefano Milano, Corina Giacomello, Gianfranco Marano, Alessio Zanier, Eleonora Biasin, Annunziata Rossi, Andrea Cirelli, Andrea Spotti, Alessandro Lanzetta, Matteo Dean, Giovanna Cavasola

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interessi economici e repressione in chiapas

La Jornada – Domenica 1° Maggio 2011

Interessi economici alimentano la repressione in Chiapas, accusano gli ejidatarios di Bachajón che chiedono la liberazione dei 5 indigeni arrestati

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 30 aprile. Ribadendo la richiesta della liberazione immediata dei loro cinque compagni, rinchiusi da febbraio nella prigione di Playas de Catazajá, l’assemblea degli ejidatarios dell’Altra Campagna di San Sebastián Bachajón, municipio di Chilón, denuncia: “Il governo ha mostrato l’altra faccia della violenza e repressione contro i nostri compagni militarizzando la zona, intimorendo la gente con la presenza dell’Esercito e della Marina come se fosse una zona di guerra, tutto questo per gli interessi che si nutrono sulle nostre risorse naturali e la grande ricchezza del nostro ejido. Grazie al patrocinio di Felipe Calderón Hinojosa e Juan Sabines Guerrero e dei loro ambiziosi alleati”. Gli indigeni denunciano anche che il governo statale “ha creato una pagina Internet per organizzare gruppi di partito e quelli di Opddic, Cenpi, Orcao, Partito Verde Ecologista e Fondazione Colosio, che si spacciano per ‘la otra civil’, mentre in realtà sono paramilitari camuffati, creati da questo malgoverno per manipolare la verità e distruggere i nostri costumi di uomini e donne degni di difendere queste terre che i nostri antenati ci hanno lasciato”. (…)

Bisogna segnalare che il governo del Chiapas, “consegnando” il botteghino di accesso alle Cascate di Agua Azul alla Commissione Nazionale per le Aree Protette, spiana la strada all’esproprio forzato di una parte del territorio indigeno di San Sebastián Bachajón, malgrado gli ejidatarios respingano la misura. Esistono voci secondo le quali a breve l’area potrebbe essere decretata area naturale protetta, a beneficio dello sfruttamento turistico delle cascate che si trovano in un altro ejido (Agua Azul) ed un altro municipio (Tumbalá). Benché la strada di quattro chilometri che attraversa San Sebastián, dall’incrocio Ocosingo-Palenque alle cascate sia costruita su terre ejidali, dalle autorità è stato presentato come presumibilmente federale, ma non lo è mai stato.

L’interesse “protezionistico” delle autorità per un territorio tradizionalmente agricolo coincide col fatto che ancora adesso, prima di avviare il progetto turistico progettato per la zona, questo accesso alle cascate possiede un alto valore economico. Solo nel periodo vacanziero che si sta per concludere, le cascate di Tumbalá hanno accolto più di 51 mila visitatori su 12 mila veicoli, in ragione di 35 pesos ognuno, secondo la tariffa fissata dal governo dopo aver strappato la stazione di pedaggio agli ejidatarios di San Sebastián nel febbraio scorso. Questi ultimi facevano pagare 10 pesos. Ed altrettanti i coloni di Agua Azul, che da molti anni è uno dei municipi indigeni più prosperi del paese e si distingue per essere fortemente filo-governativo. http://www.jornada.unam.mx/2011/05/01/index.php?section=politica&article=015n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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La Jornada – Sabato 30 aprile 2011 A livello mondiali 63 manifestazioni in 22 Paesi per chiedere la liberazione dei 5 “prigionieri politici” di Bachajón

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 29 aprile. La richiesta di liberare i cinque prigionieri politici di San Sebastián Bachajón, aderenti all’Altra Campagna, in carcere da 85 giorni, questa settimana ha avuto ripercussioni a livello statale, nazionale ed internazionale, ignorata dai mezzi di comunicazione, ma non per questo meno diffusa.

In maniera significativa, tutti questi ambiti sono confluiti nella la convocazione alla Marcia Nazionale per la Giustizia e Contro l’Impunità – convocata dal poeta Javier Sicilia – e nell’annuncio della comandancia dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) che le proprie basi di appoggio – nella prima mobilitazione pubblica degli ultimi anni – si uniranno all’Altra Campagna in tutto il paese e con la Zezta Internazionale.

A livello statale si sono espressi chiaramente Las Abejas, di Acteal; gli ejidatarios choles che difendono le loro terre nell’ejido di Tila ed il Coniglio Regionale Autonomo della Zona Costa, per chiedere, come dice quest’ultimo, “al governo repressore di Juan Sabines e Felipe Calderón la liberazione immediata ed incondizionata di Juan Aguilar Guzmán, Jerónimo Guzmán Méndez, Domingo Pérez Álvaro, Domingo García Gómez e Mariano Demeza Silvano”, perseguiti “perché lottano e difendono la loro terra e territorio”.

Le proteste e le mobilitazioni si sono estese rapidamente. Iniziate il 24 e concluse questo giovedì 28, hanno visto 63 manifestazioni in 22 Paesi. E’ stato commemorato anche l’anniversario dell’assassinio di Bety Cariño Trujillo e Jyri Jakkola, mentre partecipavano ad una carovana umanitaria a San Juan Copala, Oaxaca. Ma se il giorno 27 i collettivi di Parigi, Dorset o Barcellona realizzavano azioni separate davanti al consolato messicani con la richiesta di liberare i tzeltales di Bachajón, il giorno dopo convergevano in un nuovo appello per dire “stop alla guerra di Felipe Calderón”, firmato da 16 collettivi ed organizzazioni di Francia, Italia, Svizzera, Germania, Austria, Grecia e Stato Spagnolo. (…) Le organizzazioni europee chiedono la liberazione dei “prigionieri politici” di la Voz del Amate, San Sebastián Bachajón, Mitzitón e Jotolá (Chiapas), così pure di Loxichas e Xanica (Oaxaca) e Guerrero. (…). Las azioni si sono estese a Sudafrica, Nuova Zelanda, Slovenia, India e Filippine (…).

Il Movimento per la Giustizia del Barrio ha realizzato azioni a New York e divulgato un messaggio di organizzazioni egiziane a favore della liberazione dei cinque di Bachajón, in risposta ad un videomessaggio e ad una lettera di appoggio. Il nuovo messaggio include un video (www.youtube.com/watch?v=h3uIWkjKOlU). I mittenti egiziani spiegano di “aver scritto la canzone nei giorni in cui è caduto il potere e la dittatura, e raccoglie quello che dicevano i cartelli nelle piazze”.

Infine, 23 organizzazioni dell’Altra Campagna in diversi stati, hanno annunciato oggi di aver iniziato “un processo di articolazione nazionale contro il malgoverno ed il mercato, a favore della vita, la madre terra e in difesa dei beni naturali, per condividere la costruzione delle autonomie”. E che rispondendo alla convocazione di Javier Sicilia e dell’EZLN si mobiliteranno dal 5 al 8 maggio in Bassa California, Chiapas, Coahuila, Jalisco, Guanajuato, Gueriero, Nuevo León, Nayarit, Puebla e Città del Messico, per chiedere lo “stop alla violenza contro il popolo del Messico”. http://www.jornada.unam.mx/2011/04/30/index.php?section=politica&article=019n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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urgente: enel greenpower Guatemala

Care amiche e cari amici
in allegato, e di seguito, la dichiarazione inviata poco fa alle persone indicate nel testo.

“Da Cotzal mi hanno avvisato che lunedí sembra che ci sará un primo tentativo di dialogo alla presenza di monsignor Ramazzini, del rev. Vitalino Similox e di Daniel Pasqual. Qualunque documento di appoggio, appello, articolo, sará di grande importanza ai fini della negoziazione… sicché fin d’ora ringraziamo chiunque mandi questo tipo di documenti.”

Il peso della dichiarazione allegata è direttamente proporzionale al numero di firme, sopratutto di associazioni, che l’hanno firmata o la firmeranno.

PER QUESTO POTETE CONTINUARE A INVIARMI FIRME DI ADESIONE CHE AGGIUNGERO’ E FARO’ AVERE AL REFERENTE CHE SEGUE LA COSA DA CITTA’ DEL GUATEMALA, PER IL SUO MIGLIOR USO, E A FINE SETTIMANA INVIERO’ AI DESTINATARI DELL’ATTUALE TESTO.

Vi chiedo di rivolgere questo appello anche ad altre associazioni amiche.

Un cordiale saluto
Aldo Zanchetta
INVIARE LA VOSTRA ADESIONE A: aldozan@teletu.it

Egr. Sig. Luigi Ferraris
Chairman di Enel Green Power
Roma

Egr. Sig. Francesco Storace
Chief Executive Officer di Enel Green Power
Roma

Egregio Signor Alain Wormser
Rappresentante Soc. Enel Green Power in Guatemala
Città del Guatemala

p.c.

A S.E. Franco Frattini
Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana
Roma

A S. E. Mainardo Alvise Maria Benardelli de Leitenburg
Ambasciatore d’Italia presso la Repubblica di Guatemala
Città del Guatemala (Guatemala)

A S. E. Alfredo Trinidad Velasquez
Ambasciatore della Repubblica del Guatemala in Italia
Roma

 

 

PROGETTO ENEL GREEN POWER NELLA REGIONE IXIL – GUATEMALA

Le sotto firmanti Associazioni, Movimenti sociali italiani e singoli cittadini solidali con i popoli indigeni della regione Ixil in Guatemala:

1 – Prendono atto della dichiarazione delle Comunità e delle Autorità indigene ancestrali di Cotzal, Chajul e Nebaj, resa pubblica il 5 aprile scorso, che alleghiamo in originale e nella traduzione italiana, e in particolare della “disponibilità al dialogo franco, aperto, senza violenza, minaccia o pressione del governo o dell’impresa ENEL” da parte delle stesse Comunità e Autorità indigene ancestrali, a condizione che vengano rispettate le seguenti condizioni:

–    “La chiara e pubblica cancellazione di ogni denuncia e ordine di cattura contro tutte le autorità ancestrali, leaders comunitari, consiglieri e sostenitori della legittima lotta delle Comunità di Cotzal”.

–    “La sospensione totale di qualsiasi misura sia delle autorità di governo come dell’impresa ENEL che cercano di dividere le comunità”.

–    “Che le comunità di Cotzal e dei municipi di Chajul e Nebaj partecipino a questo dialogo con la presenza di personalità in qualità di testimoni d’onore e con i propri consulenti”.

–    “Che il dialogo franco ed aperto sia anche pubblico di fronte alle Comunità della regione Ixil e di altre regioni del nostro paese e di fronte all’opinione pubblica nazionale e internazionale”.

2 – Trovano queste condizioni corrispondenti al rispetto elementare dei Diritti umani, del contenuto del Trattato n.169 dell’Ufficio Internazionale del Lavoro di Ginevra, emanazione delle Nazioni Unite, nonché della Dichiarazione Universale dei Diritti Comunitari dei Popoli Indigeni approvata dalle Nazioni Unite nel 2008, documenti entrambi sottoscritti dall’Italia.

3 – Invitano pertanto fermamente l’Ambasciata italiana in Guatemala e i responsabili locali della società Enel Green Power ad abbandonare l’attuale linea intransigente e ad accettare da subito la disponibilità al dialogo da condurre con la presenza di osservatori internazionali indipendenti e qualificati.

23 aprile 2011

 

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migrantes en wikileaks

articolo su la jornada

http://www.jornada.unam.mx/2011/04/30/index.php?section=opinion&article=020a2pol
o
http://matteodean.info/2011/04/30/migrantes-en-wikileaks/

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COMUNICATO DEL COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO INDIGENO-COMANDO GENERALE DELL’ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

“L’abitante di Los Pinos contempla un atroce crimine,

Se ne lava le mani per un anno,

Cambia posto ai mobili che

Giocano a ministri e funzionari

E si rifugia nel colpevole silenzio,

L’ingrato, nel suo affanno di conservare

La poltrona.

Che cosa gli daremo?

Ed il nostro bambino medico di anime prescrive:

Un busto di dignità che gli raddrizzi la schiena,

Gocce di verità per gli occhi,

Pillole di onestà (ma che non se le metta in tasca),

Iniezioni di dignità che non si compra con denaro

Ed il riposo assoluto delle sue corrotte abitudini.

Isolatelo, la sua malattia è contagiosa”.

Juan Carlos Mijangos Noh.
(Frammento di “49 Globos”,

in memoria dei 49 bambini e bambine morti nell’Asilo ABC di Hermosillo, Sonora).

 

AL POPOLO DEL MESSICO:

AI POPOLI DEL MONDO:

AGLI ADERENTI ALLA SESTA DICHIARAZIONE DELLA SELVA LACANDONA

E ALL’ALTRA CAMPAGNA IN MESSICO:

AGLI ADERENTI ALLA ZEZTA INTERNAZIONALE::

 

SORELLE E FRATELLI:
COMPAGNE E COMPAGNI:

 

LA CAMPAGNA MILITARE PSICOTICA DI FELIPE CALDERÓN HINOJOSA, CHE HA TRASFORMATO LA LOTTA CONTRO IL CRIMINE IN UN ARGOMENTO TOTALITARIO PER, PREMEDITATAMENTE, GENERALIZZARE LA PAURA IN TUTTO IL PAESE, AFFRONTA ORA LE VOCI DEGNE ED ORGANIZZATE DEI FAMILIARI DELLE VITTIME DI QUESTA GUERRA.

QUESTE VOCI CHE SORGONO DAI DIVERSI ANGOLI DEL NOSTRO PAESE CI INVITANO A MOBILITARCI E MANIFESTARE PER FERMARE LA FOLLIA ORGANIZZATA E DISORGANIZZATA CHE STA MIETENDO VITE INNOCENTI, CHE VENGONO UCCISE UN’ALTRA VOLTA NELL’ESSERE DEFINITE, DALLA SEMPLICIONERIA GOVERNATIVA, SICARI O VITTIME COLLATERALI.

RISPONDENDO ALL’APPELLO CHE NASCE, TRA ALTRI, DAL DOLORE DEL COMPAGNO POETA JAVIER SICILIA, L’EZLN COMUNICA:

 

PRIMO – LE BASI DI APPOGGIO DELL’EZLN MARCERANNO IN SILENZIO NELLA CITTA’ DI SAN CRISTOBAL DE LAS CASA, CHIAPAS, IL GIORNO 7 MAGGIO 2011, PER SALUTARE ED APPOGGIARE LA DEGNA VOCE CHE RECLAMA GIUSTIZIA. IL CONTINGENTE ZAPATISTA PARTIRÀ, NEL POMERIGGIO, DALLA STRADA DI FRONTE AL CIDECI, A SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS, ED ANDRÀ FINO A PLAZA DE LA PAZ, DAVANTI ALLA CATTEDRALE. NELLA PIAZZA VERRA’LETTO UN MESSAGGIO DELL’EZLN E POI LE E GLI ZAPATISTI TORNERANNO NELLE PROPRIE COMUNITA’.

 

SECONDO. – SEGUENDO LA CONVOCAZIONE DELLA MARCIA NAZIONALE PER LA GIUSTIZIA E CONTRO L’IMPUNITA’, INVITIAMO I/LE NOSTRI@ COMPAGN@ DELL’ALTRA CAMPAGNA IN MESSICO E NEL MONDO, LE E GLI INDIVIDUI, GRUPPI. COLLETTIVI, ORGANIZZAZIONI, MOVIMENTI E POPOLI ORIGINARI ADERENTI ALLA SESTA DICHIARAZIONE DELLA SELVA LACANDONA, PER QUANTO LORO POSSIBILE, AD UNIRSI ALLE GIUSTE RIVENDICAZIONI DI QUESTA MARCIA NAZIONALE, SIA ACCOMPAGNANDO LA MARCIA ALLA PARTENZA DALLA CITTA’ DI CUERNAVACA, MORELOS, IL GIORNO 5 MAGGIO 2011, A CITTA’ DEL MESSICO IL GIORNO 8 MAGGIO 2011, O TRA I GIORNI 5 E 8 MAGGIO 2011 NELLE PROPRIE LOCALITA’ CON MARCE SILENZIOSE CON STRISCIONI E CARTELLI, MEETING, EVENTI CULTURALI, ETC., CON LE SEGUENTI PAROLE D’ORDINE

 

STOP ALLA GUERRA DI CALDERÓN!

BASTA SANGUE!

NE ABBIAMO ABBASTANZA DI…!
(ognuno completi la frase con le proprie richieste).

 

TERZO.- RIVOLGIAMO UN APPELLO PARTICOLARE A@ NOSTR@ COMPAGN@ DELL’ALTRA In CHIAPAS Affinché Manifestino, In Silenzio, Vicino a NOI Il Giorno 7 Maggio 2011 E Che si RiTROVINO AL CIDECI, A San Cristóbal DE LAS CASAS, CHIAPAS, A Mezzogiorno, PER RAGGIUNGERE DA Lì PLAZA DE LA PAZ.

QUARTO.- INVITIAMO I/LE NOSTR@ COMPAGN@ DELLA ZEZTA INTERNAZIONALE, NELLE RISPETTIVE GEOGRAFIE E CALENDARI, AD APPOGGIARE LA RICHIESTA DI FERMARE IL BAGNO DI SANGUE CHE AVVIENE NELLE TERRE MESSICANE E SI FACCIA GIUSTIZIA PER LE VITTIME.

QUINTO.- INVITIAMO INOLTRE I POPOLI ORIGINARI DEL MESSICO, RAGGRUPPATI NEL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO, AD APPOGGIARE QUESTA LOTTA PER PORRE FINE ALL’INCUBO DI SANGUE CHE AVVOLGE I NOSTRI SUOLI.

SESTO.- Rispondendo All’Esortazione Di Nominare Le Vittime Di Questa Guerra, Nominiamo LE VITTIME UCCISE DA Un Gruppo Criminale A VILLAS DE SALVÁRCAR, CiUDAD JUÁREZ, CHIHUAHUA, Alla fine di Gennaio Del 2010, E Che Aspettano Giustizia:

 

Marcos Piña Dávila
José Luis Piña Dávila
Rodrigo Cadena Dávila
Juan Carlos Medrano
Horacio Alberto Soto Camargo
José Luis Aguilar Camargo
Yomira Aurora Delgado
Brenda Ivonne Escamilla
José Adrian Encino Hernández
Edgar Martínez Díaz
Jesús Enríquez
Jesús Armando Segovia Ortiz
Carlos Lucio Moreno
Eduardo Becerra.
Jaime Rosales

NON SIETE SOLI!

DEMOCRAZIA!
LIBERTÀ!
GIUSTIZIA!

 

Dalle montagne del Sudest Messicano.

PER IL COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO INDIGENO-COMANDO GENERALE DELL’ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

Subcomandante Insurgente Marcos.
Messico, Aprile 2011

 

http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2011/04/28/comunicado-del-ccri-cg-del-ezln-convocatoria-a-sumarse-a-la-marcha-nacional-por-la-justicia-y-contra-la-impunidad/

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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lettera del sub Marcos a Don Javier Sicilia

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE. MESSICO.

Aprile 2011

 

 

“E a voi, cittadini, quarantanove bambini fanno sapere:

Che in Messico la giustizia ha recuperato la vista,

Ma guarda solo con l’occhio destro e strabico.

Che in questo paese la tal signora è monca come la Venere di Milo,

Non è bella ma è grottesca.

Che in ragione dei difetti suddetti,

La bilancia che sosteneva la tizia rotola nel fango.

Che i sentimenti che videro nascere la nazione messicana

Non vivono più sotto la toga di questa signora giustizia

Scritta qui con intenzionale minuscola.

Per questo, messicani, questo alato squadrone vi convoca:

A costruire il palazzo della Giustizia con le proprie mani,

Col proprio amore e con la verità indefettibile.

A rompere i muri che i satrapi erigono

Per troncare i nostri occhi, cuore e bocche.

A lottare fino all’ultimo respiro

Che diventi il primo di un paese

Che sia il degno paesaggio della pace che meritiamo”.

 

Juan Carlos Mijangos Noh

(Frammento di “49 Globos”,

in memoria dei 49 bambini e bambine

morti nell’Asilo ABC di Hermosillo, Sonora).

 

 

Per: Javier Sicilia.

Da: SupMarcos.

 

Fratello e compagno:

 

Le mando i saluti degli uomini, donne, bambini ed anziani indigeni dell’EZLN. Le compagne e compagni basi di appoggio zapatisti mi incaricano di dirle quanto segue:

 

In questi momenti particolarmente dolorosi per il nostro paese, ci sentiamo convocati dal clamore sintetizzato nelle sue coraggiose parole, suscitate dal dolore del vile assassinio di Juan Francisco Sicilia Ortega, Luis Antonio Romero Jaime, Julio César Romero Jaime e Gabriel Alejo Escalera, e dall’appello per la Marcia Nazionale per la Giustizia e contro l’Impunità, che partirà il 5 maggio 2011 dalla città di Cuernavaca, Morelos, ed arriverà nello Zócalo di Città del Messico domenica 8 maggio di questo anno.

 

Benché sia nostro sincero desiderio marciare al suo fianco nella domanda di giustizia per le vittime di questa guerra, non ci è possibile ora raggiungere Cuernavaca o Città del Messico.

 

Ma, con le nostre modeste capacità, e nella cornice della giornata nazionale alla quale ci convocano, noi indigene e indigeni zapatisti marceremo in silenzio nella città di San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, nell’esercizio dei nostri diritti costituzionali, il giorno 7 maggio 2011. Dopo la marcia silenziosa, diremo la nostra parola in spagnolo e nelle nostre lingue originarie, e poi torneremo nelle nostre comunità, villaggi e siti.

 

Nella nostra marcia silenziosa porteremo striscioni e cartelli con messaggi come: “Stop alla Guerra di Calderón”, “Non più sangue” e “Ne abbiamo abbastanza”.

 

Le chiediamo per favore di trasmettere queste parole ai famigliari dei 49 bambini e bambine morti ed ai 70 feriti nella tragedia dell’Asilo ABC di Hermosillo, Sonora; alle degne Madri di Ciudad Juárez; alle famiglie Le Baron e Reyes Salazar, di Chihuahua; ai famigliari ed amici delle vittime di questa guerra arrogante; ai difensori dei diritti umani di nazionali ed emigranti; e a tutti i promotori alla Marcia Nazionale per la Giustizia e contro l’Impunità.

 

Rispondendo al suo invito di nominare le vittime innocenti, oggi nominiamo le bambine e i bambini morti nell’Asilo ABC di Hermosillo, Sonora, che ancora aspettano giustizia:

 

María Magdalena Millán García Andrea Nicole Figueroa Emilia Fraijo Navarro Valeria Muñoz Ramos Sofía Martínez Robles Fátima Sofía Moreno Escalante Dafne Yesenia Blanco Losoya Ruth Nahomi Madrid Pacheco Denisse Alejandra Figueroa Ortiz Lucía Guadalupe Carrillo Campos Jazmín Pamela Tapia Ruiz Camila Fuentes Cervera Ana Paula Acosta Jiménez Monserrat Granados Pérez Pauleth Daniela Coronado Padilla Ariadna Aragón Valenzuela María Fernanda Miranda Hugues Yoselín Valentina Tamayo Trujillo Marian Ximena Hugues Mendoza Nayeli Estefania González Daniel Ximena Yanes Madrid Yeseli Nahomi Baceli Meza Ian Isaac Martínez Valle Santiago Corona Carranza Axel Abraham Angulo Cázares Javier Ángel Merancio Valdez Andrés Alonso García Duarte Carlos Alán Santos Martínez Martín Raymundo de la Cruz Armenta Julio César Márquez Báez Jesús Julián Valdez Rivera Santiago de Jesús Zavala Lemas Daniel Alberto Gayzueta Cabanillas Xiunelth Emmanuel Rodríguez García Aquiles Dreneth Hernández Márquez Daniel Rafael Navarro Valenzuela Juan Carlos Rodríguez Othón Germán Paúl León Vázquez Bryan Alexander Méndez García Jesús Antonio Chambert López Luis Denzel Durazo López Daré Omar Valenzuela Contreras Jonathan Jesús de los Reyes Luna Emily Guadalupe Cevallos Badilla Juan Israel Fernández Lara Jorge Sebastián Carrillo González Ximena Álvarez Cota Daniela Guadalupe Reyes Carretas Juan Carlos Rascón Holguín

 

Per loro chiediamo giustizia.

 

Perché noi sappiamo bene che nominare i morti è un modo per non abbandonarli, per non abbandonarci.

 

Don Javier:

 

Sappia che rivolgeremo anche un appello a@ nostri@ compagn@ dell’Altra in Messico e a chi sta in altri paesi affinché si uniscano alla mobilitazione che avete convocato.

 

Faremo il possibile per dare il nostro appoggio, nelle nostre possibilità.

 

Bene. Salute e non dimenticate che non siete sol@.

 

Dalle montagne del Sudest Messicano.

Subcomandante Insurgente Marcos

Messico, Aprile 2011

 

http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2011/04/28/carta-a-don-javier-sicilia-de-subcomandante-insurgente-marcos/

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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libera officina-3 giorni di festa-

3 gg Festa di Chiusura
Venerdì 29 aprile
-Ore 17 Mercato Biologico
-Ore 20 Cena+Assemblea
-Ore 22.30 Teatro Antirazzista…LA SPREMUTA di e con Beppe Casales
-Ore 24 Balkan Beat-i

Sabato 30 aprile
-Ore 22.30 L’Ondes+Lomas+Matteo Borghi

Domenica 1 maggio
-Ore 13 Pranzo, prenotate. Il Primo Maggio è nato Anarchico.
-Ore 16 saggio di danza del laboratorio della Libera Officina.

Tutti i venerdì rimarrà il Mercato+Cena+Assemblea.
-Sabato 28 Maggio una serata per L’Occupazione degli Spazi Sociali Autogestiti.
-Venerdì 1 luglio Matteo Borghi.

Jurgen ci ha lasciato, che la terra gli sia lieve. E’ tornato a Marzaglia là da dove è arrivato insegnandoci che il coraggio e l’affetto possono coesistere. Nessun padrone ma solo compagni e compagne, sorelle e fratelli.
Brindiamo assieme.


www.libera-unidea.org

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in difesa di Proiettis. articolo di Elena Poniatowska.

In difesa di Gianni Proiettis

Elena Poniatowska 

(scrittrice messicana)

 

E’ diventato un luogo comune affermare che essere giornalista in Messico è pericoloso, però la deportazione dell’italiano Gianni Proiettis – dopo 18 anni di lavoro ininterrotto in Chiapas – dimostra che il governo messicano elimina i suoi critici e pretende di ridurre l’esercizio del nostro lavoro a quello di scribi e lacchè.

 

I giornalisti critici che si occupano delle questioni del paese sono mal visti e, nella maggior parte dei casi, rifiutati e addirittura espulsi.

Fin dal 1994, molti sono stati demonizzati dal regime intimorito dalla popolarità dalla popolarità del Movimento Zapatista di Liberazione Nazionale e del suo portavoce il subcomandante Marcos.

 

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, nel suo articolo 19, definisce il diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include quello di non essere molestato a causa delle proprie opinioni, di indagare e ricevere informazioni e opinioni, e quello di diffonderle, senza limiti di frontiere, attraverso qualsiasi mezzo di espressione. Tuttavia, in Messico questo articolo è lettera morta.

 

Tutte le organizzazioni dei Diritti Umani hanno condannato il trattamento verso i giornalisti nel nostro paese come uno dei peggiori del mondo. Il Messico è una delle nazioni dove è più difficile esercitare tale lavoro: sequestrati, espulsi, assassinati, ce, ovviamente, che nel caso si sia corrispondenti di guerra.

 

Di questi tempi, è vero, quando il perseguimento dei narcotrafficanti uccide i civili, è facile concludere che il Messico è in guerra. K.S. Karol, de L’Express de France si stupiva per l’atteggiamento delle autorità messicane verso qualsiasi possibilità di critica e della loro assurda capacità di vendetta. Accettare la critica è uno dei puntelli di un governo civilizzato ma ad oggi, i nostri governi hanno risposto con rabbia verso la minima denuncia..

 

Si dovrebbe ricordare il furore della Società di Geografia e Statistica contro Oscar Lewis per la sua denuncia sulla povertà nel suo libro Los hijos de Sánchez negli anni ’60 o la più recente crociata contro Carmen Aristegui, senza dimenticare Lydia Cacho, che Aaveva evidenziato con sano eroismo i vincoli tra governatori e pedofili e continua afarlo a rischio della sua stessa vita.

 

E’ inviolabile la libertà di scrivere e di pubblicare scritti su qualunque materia. Nessuna legge, né autorità può stabilire la previa censura (…) dispone l’articolo 7 della Costituzione Politica degli Stati Uniti Messicani.

 

Se il governo del Messico, invece di preoccuparsi di perseguire i giornalisti, li rispettasse e proteggesse, di ben altro tipo sarebbe la vita dei cittadini nel nostro paese. Se con la stessa efficacia con la quale si castigano i giornalisti e li si elimina, si combattesse il narcotraffico sarebbe tutta un’altra suonata ma, sembra che il governo nella sua strategia abbia altre priorità e difenda interessi inconfessabili.

 

Lo Stato messicano fa parte della Convenzione Americana sui Diritti Umani che proibisce la censura ed assicura la più ampia protezione al diritto alla libertà di espressione. Eppure, il corrispondente de Il Manifesto Gianni Proiettis, dopo essere stato sequestrato e minacciato di venire gettato in una gola in Chiapas, a fine 2010, due poliziotti giudiziari lo hanno fatto salire su un aereo senza altre spiegazioni ed è volato a Roma, la sua città natale.

 

Il 15 aprile, Gianni Proiettis si è presentato alle 10.30 del mattino negli uffici del Instituto Nacional de Migración (INM) a San Cristóbal de las Casas, Chiapas, perché secondo le autorità era scaduto il suo permesso migratorio FM2. Il giorno stesso le autorità lo hanno trasferito nella capitale dello stato, Tuxtla Gutiérrez, lo hanno fatto salire su un aereo privato in direzione di Città del Messico e alle sette di sera su un aereo di linea Aeroméxico con destinazione Madrid, custodito da due agenti del INM. A Madrid lo hanno detenuto per altre 24 ore ed è arrivato a Roma il 17 aprile senza altro che i vestiti che portava indosso.

 

Fare visita a Gianni e a Maribel Proiettis a San Cristóbal de las Casas era un vero piacere. Vivevano in modo tranquillo e sobrio, coltivavano le verdure nell’orto e dormivano in una casetta di legno nel quartiere Cuxtitali, dove tutti lo conoscevano e gli volevano bene. Coltivavano gli ortaggi e ti offrivano un cibo sano, di origine biologico nei piatti usciti dal tornio a pedale di Maribel, che lei stessa aveva lavorato.
Tutto il vasellame era fatto da loro, beh, l’aveva disegnata Maribel ma Gianni sapeva proprio tutto della cottura dell’argilla e della durata in forno per far si che i pezzi non si rompano. Nessuna vita più semplice, più sana e senza altre pretese quella dei Proiettis.

Si erano lasciati alle spalle il meccanicismo delle metropoli e poco gli mancava di tessersi da sé anche i vestiti.

 

Gianni stava molto bene con il suo cappello di paglia mentre stava chinato sui carciofi e Maribel scendeva tutti i giorni alla UACh (Universidad Autónoma de Chiapas) a fare lezione e a delineare insieme ai suoi alunni progetti di sviluppo sociale per le comunità più bisognose dello stato.

 

Anch’egli insegnante nella stessa università, Gianni Proiettis si è laureato Magna Cum Laude all’Università La Sapienza di Roma, Italia, forse l’università più tradizionale e riconosciuta d’Italia. Diplomato dal Ministero dell’Istruzione di Francia, insegnava corsi di francese, inglese, italiano e tecniche di traduzione. Uomo del Rinascimento, era solito scrivere articoli, reportages ed interviste come quella che fece a Lula in Brasile. E’ stato il primo giornalista a intervistare il subcomandante Marcos per l’Unità, nel gennaio 1994.

 

Alla UACh, Proiettis insegna dal 1993. Specializzato in antropologia con un master su passato e presente dei maya, la loro storia e religione. Proiettis ha insegnato Storia della religione, Stato e società. tecniche linguistiche ed etnografiche, come anche corsi intensivi di inglese per promotori turistici di lingua tzotzil.

 

I suoi alunni, che in maggioranza provengono soprattutto da comunità emarginate del Chiapas e hanno accumulato gravi deficit educativi, gli volevano bene ed una di loro ha scritto a sua moglie:

 

Professoressa Maribel, mi unisco alla voce di tutti i miei compagni e compagne per l’ingiustizia perpetrata contro il nostro caro Gianni. Se in un dato momento c’è bisogno di voci e di cuori per manifestare, conti su di me. Mi metterò in contatto con altri compagni, Adriana.

 

Sezione Opinione del quotidiano messicano La Jornada 23 aprile 2011

http://www.jornada.unam.mx/2011/04/23/index.php?section=cultura&article=a06a1cul


traduzione Onda Durito. ROdU Brescia

Pubblicato in NOTIZIE DAL CHIAPAS E DAL MONDO | Commenti disabilitati su in difesa di Proiettis. articolo di Elena Poniatowska.