parole dell’ EZLN alla marcia….

PAROLE DELL’EZLN ALLA MANIFESTAZIONE DI APPOGGIO ALLA MARCIA NAZIONALEPER LA PACE

 

 

Madri, padri, familiari ed amici delle vittime della guerra in Messico:

 

Compagne e compagni basi di appoggio zapatiste delle differenti zone, regioni, villaggi e municipi autonomi ribelli zapatisti:

 

Compagne e compagni dell’Altra Campagna ed aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona in Messico e nel mondo:

 

Compagne e compagni della Zezta Internazionale:

 

Sorelle e fratelli delle differenti organizzazioni sociali:

 

Sorelle e fratelli delle organizzazioni non governative e che difendono i diritti umani:

 

Popolo del Messico e popoli del mondo:

 

Sorelle e fratelli:

 

Compagne e compagni:

 

Oggi siamo qui in migliaia di uomini, donne, bambini ed anziani dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale per dire la nostra piccola parola.

 

Oggi siamo qui perché persone dal cuore nobile e dignità ferma ci hanno convocati a manifestare per fermare la guerra che ha riempito di tristezza, dolore e indignazione i suoli del Messico.

 

Perché ci siamo sentiti chiamati dal reclamo di giustizia di madri e padri di bambini e bambine che sono stati assassinati dalla pallottola e dall’arroganza e scempiaggine dei malgoverni.

 

Perché ci sentiamo chiamati dalla degna rabbia delle madri e dei padri dei giovani assassinati dalle bande criminali e dal cinismo governativo.

 

Perché ci sentiamo convocati dai familiari di morti, feriti, mutilati, scomparsi, rapiti e imprigionati senza avere colpa o reato alcuno.

 

E questo è quello che ci dicono le loro parole ed i loro silenzi:

 

Che la storia del Messico è tornata a macchiarsi di sangue innocente.

 

Che decine di migliaia di persone sono morte in questa guerra assurda che non porta da nessuna parte.

 

Che la pace e la giustizia non trovano più posto in nessun angolo del nostro paese.

 

Che l’unica colpa di queste vittime è essere nate o vivere in un paese mal governato da gruppi legali e illegali assetati di guerra, di morte e di distruzione.

 

Che questa guerra ha avuto come principale bersaglio militare esseri umani innocenti, di tutte le classi sociali, che non hanno niente a che cosa vedere né col narcotraffico né con le forze governative.

 

Che i malgoverni, tutti, federale, statali e municipali, hanno trasformato le strade in zone di guerra senza che chi le percorre e lavora fosse d’accordo e ci fosse modi di proteggersi.

 

Che i malgoverni hanno trasformato in zone di guerra le scuole e le università pubbliche e private, ed i bambini ed i giovani non vanno a lezione ma in imboscate di una o dell’altra banda.

 

Che i luoghi di incontro e divertimento ora sono obiettivi militari.

 

Che andando al lavoro si cammina con l’angoscia di non sapere che cosa succederà, di non sapere se una pallottola, dei delinquenti o del governo, verserà il sangue proprio o quello di un familiare o di un amico.

 

Che i malgoverni hanno creato il problema e non solo non l’hanno risolto, ma l’hanno esteso e diffuso in tutto il Messico.

 

Che c’è molto dolore e pena per tante morti insensate.

 

Stop alla guerra.

 

Non più sangue.

 

Ne abbiamo abbastanza.

 

Ora basta.

 

Le parole ed i silenzi di queste belle persone non rappresentano i malgoverni.

 

Non rappresentano i criminali che rubano, saccheggiano, sequestrano ed assassinano.

 

Non rappresentano nemmeno chi, nella classe politica, vuole guadagnarci da questa disgrazia nazionale.

 

I silenzi e le parole di queste persone sono quelle di gente semplice, lavoratrice, onesta.

 

Queste persone non vogliono un beneficio personale.

 

Vogliono solo giustizia e che il dolore che hanno provato e provano non arrivi al cuore di altre madri, altri padri, altri familiari, altri amici, di bambini, bambine, giovani, adulti e anziani che non fanno altro che tentare di vivere, di apprendere, di lavorare e di andare avanti con dignità.

 

Le parole, i silenzi e le azioni di queste belle persone chiedono qualcosa di molto semplice: una vita con pace, giustizia e dignità.

 

E che cosa risponde loro il governo?

 

I padri e le madri di alcuni bambini e bambine molto piccoli che sono morti e sono rimasti feriti in un incendio per colpa dei malgoverni, chiedono che si faccia giustizia, cioè che si puniscano i colpevoli, anche se sono vicini o amici del governo, e che quel crimine non si ripeta, affinché altri padri e madri non muoiano un po’ anche loro con la morte delle proprie figlie e dei propri figli.

 

Ed il governo risponde loro con dichiarazioni e promesse bugiarde, cercando di stancarli e di fargli dimenticare e di far dimenticare la loro disgrazia.

 

I familiari e gli amici di alcuni studenti che sono stati assassinati all’interno di un’università privata chiedono che si conosca che cosa è successo e si faccia giustizia e non si ripeta il crimine di trasformare i centri di studio in campi di battaglia affinché altri familiari, amici, maestri e compagni di studio non muoiano un po’ anche loro con la morte degli studenti.

 

Ed il governo risponde loro con dichiarazioni e promesse bugiarde, cercando di stancarli e di fargli dimenticare e di far dimenticare la loro disgrazia.

 

Gli abitanti di una comunità onesta e lavoratrice, creata secondo il proprio pensiero, si organizzano per costruire e difendere la pace di cui necessitano, per combattere il crimine che il governo protegge. Per questo uno dei suoi abitanti è stato sequestrato ed assassinato. I suoi familiari e compagni chiedono giustizia e che non si ripeta il crimine di uccidere il lavoro e l’onestà, affinché altri familiari e compagni non muoiano un po’ anche loro con la morte di chi lotta per la collettività.

 

Ed il governo risponde loro con dichiarazioni e promesse bugiarde, cercando di stancarli e di fargli dimenticare e di far dimenticare la loro disgrazia.

 

Alcuni ragazzi, buoni studenti e buoni sportivi, si incontrano per divertirsi o escono a passeggio o per una sana conversazione, un gruppo criminale arriva sul posto e li uccide. Ed il governo li uccide un’altra volta dichiarando che quei ragazzi erano criminali aggrediti da altri criminali. Le madri ed i padri chiedono giustizia e che non si ripetano i reati di non proteggere i ragazzi ed accusarli ingiustamente di essere delinquenti, affinché altre madri e padri non muoiano un po’ anche loro nel vedere morire due volte il sangue fatto nascere per essere vivo.

 

Ed il governo risponde loro con dichiarazioni e promesse bugiarde, cercando di stancarli e di fargli dimenticare e di far dimenticare la loro disgrazia.

 

Compagni e compagne:

 

fratelli e sorelle:

 

Qualche giorno fa è iniziato in silenzio il passo di un padre che è un poeta, di alcune madri, di alcuni padri, di alcuni parenti, di alcuni fratelli, di alcuni amici, di alcuni conoscenti, di esseri umani.

 

Ieri erano le loro degne parole, oggi è il loro silenzio degno.

 

Le loro parole ed i loro silenzi dicono lo stesso: vogliamo pace e giustizia, cioè una vita degna.

 

Queste persone oneste chiedono, esigendo dal governo un piano che abbia come principali obiettivi la vita, la libertà, la giustizia e la pace.

 

Ed il governo risponde loro che proseguirà col suo piano che ha come principale obiettivo la morte e l’impunità.

 

Queste persone non vogliono essere governo, ma vogliono che il governo provveda e si preoccupi della vita, la libertà, la giustizia e la pace dei governati.

 

La loro lotta non nasce dall’interesse personale.

 

Nasce dal dolore di perdere qualcuno che si ama come si ama la vita.

 

I governi ed i suoi politici dicono che criticare o non essere d’accordo con quello che stanno facendo vuol dire essere d’accordo e favorire i criminali.

 

I governi dicono che l’unica strategia buona è quella che insanguina le strade ed i campi del Messico, e distrugge famiglie, comunità, il paese intero.

 

Ma, chi sostiene di avere dalla propria parte la legge e la forza, lo fa solo per imporre la sua ragione individuale appoggiandosi su quelle forze e quelle leggi.

 

E non è la ragione propria, di individuo o di gruppo, quella che deve imporsi, ma la ragione collettiva di tutta la società.

 

E la ragione di una società si costruisce con legittimità, con argomenti, con ragionamenti, con capacità di convocazione, con accordi.

 

Perché chi impone la sua ragione, solo divide e confronta. Ed è così incapace di ragione collettiva da doversi rifugiare nella legge e la forza.

 

Una legge che serve solo a garantire impunità a parenti e amici.

 

Una forza che da tempo è corrotta.

 

Legge e forza che servono per spogliare da un lavoro degno, per coprire inettitudini, calunniare, perseguire, imprigionare ed ammazzare chi critica e si oppone a quella ragione, a quella legge e quella forza.

 

Avere paura della parola della gente e vedere in ogni critica, dubbio, domanda o richiamo un tentativo di rovesciamento, è proprio di dittatori e tiranni.

 

Vedere in ogni dignitoso dolore una minaccia, è da malati di potere e avarizia.

 

E male fa il comandante che dice ai suoi soldati e poliziotti che ascoltare la gente nobile e buona è un fallimento.

 

Che fermare un massacro è una sconfitta

 

Che correggere un errore è arrendersi.

 

Che pensare e cercare strade migliori per servire meglio la gente è abbandonare con vergogna una lotta.

 

Perché saper ascoltare con umiltà e attenzione quello che dice la gente è la virtù di un buon governo.

 

Perché sapere ascoltare e soddisfare quello che la gente tace è la virtù delle persone sagge e oneste.

 

Compagni e compagne:

 

fratelli e sorelle:

 

Oggi non siamo qui per parlare dei nostri dolori, delle nostre lotte, dei nostri sogni, delle nostre vite e morti.

 

Oggi non siamo qui per indicare strade, né per dire che cosa fare, né per rispondere alla domanda su che cosa succederà.

 

Oggi siamo qui per rappresentare decine di migliaia di indigeni zapatisti, molti più di quelli che oggi si vedono, per dire a questo dignitoso passo silenzioso:

 

Che nella sua domanda di giustizia…

 

Che nella sua lotta per la vita…

 

Che nel suo anelito di pace…

 

Che nella sua esigenza di libertà…

 

Noi, le zapatiste, gli zapatisti, li comprendiamo e li appoggiamo.

 

Oggi siamo qui per rispondere all’appello di chi lotta per la vita.

 

Al quale il malgoverno risponde con la morte.

 

Perché di questo si tratta, compagne e compagni.

 

Di una lotta per la vita e contro la morte.

 

Non si tratta di vedere chi vince tra cattolici, evangelici, mormoni, presbiteriani o di qualunque religione o non credenti.

 

Non si tratta di vedere chi è indigeno e chi no.

 

Non si tratta di vedere chi è più ricco o più povero.

 

Non si tratta di chi è di sinistra, di centro o di destra.

 

Non si tratta se sono migliori i panisti o i priisti o i perredisti o come si chiamino o se sono tutti ugualmente cattivi.

 

Non si tratta di chi è zapatista o non lo è.

 

Non si tratta di stare col crimine organizzato o col crimine disorganizzato che è il malgoverno.

 

No.

 

Si tratta che per essere quello che ognuno sceglie di essere, per credere o non credere, per scegliere un’ideologica, politica o religiosa, per discutere, concordare o essere in disaccordo, sono necessarie la pace, la libertà, la giustizia e la vita.

 

Compagni e compagne:

 

fratelli e sorelle:

 

Queste nobili persone non ci stanno chiamando o convincendo ad abbracciare una religione, un’idea, un pensiero politico o una posizione sociale.

 

Non ci stanno chiamando a cacciare un governo per metterne un altro.

 

Non ci stanno dicendo che bisogna votare per uno o per un altro.

 

Queste persone ci stanno convocando a lottare per la vita.

 

E può esserci vita solo se ci sono libertà, giustizia e pace.

 

Per questo questa è una lotta tra chi vuole la vita e chi vuole la morte.

 

E noi, le zapatiste, gli zapatisti, scegliamo di lottare per la vita, cioè, per la giustizia, la libertà e la pace.

 

Per questo…

 

Oggi siamo qui per dire semplicemente a queste belle persone che camminano in silenzio, che non sono soli.

 

Che sentiamo il dolore del loro silenzio, come prima la degna rabbia delle loro parole.

 

Che nel loro stop alla guerra….

 

Che nel loro non più sangue…

 

Che nel loro ne abbiamo abbastanza…

 

Non sono soli!

 

Compagni e compagne:

 

fratelli e sorelle:

 

Viva la vita, la libertà, la giustizia e la pace!

 

Muoia la morte!

 

Per tutti tutto, per noi niente!

 

Democrazia!

Libertà!

Giustizia!

 

Dalle montagne del Sudest Messicano.

Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno. Comandancia Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Subcomandante Insurgente Marcos

Mesico, 7 maggio 2011

 

 

Audio del messaggio letto dal Comandante David http://desinformemonos.org/2011/05/audio-del-mensaje-del-ezln-en-voz-del-comandante-david/

http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2011/05/07/palabras-del-ezln-en-la-movilizacion-de-apoyo-a-la-marcha-nacional-por-la-paz/

 

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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dal frayba, sulla marcia per la giustizia

San Cristobal de Las Casas, Chiapas, Messico

7 maggio 2011

Bollettino No.11

Ci uniamo alla Marcia di Emergenza Nazionale per la Giustizia e contro l’Impunità

Questo Centro dei Diritti Umani si unisce alla Marcia Nazionale per la Giustizia e contro l’Impunità partita il giorno 5 maggio 2011 dlla città di Cuernavaca, Morelos, che si concluderà l’8 maggio nello zócalo di Città del Messico.

Oggi, tutte e tutti noi che lavoriamo al Frayba, ci uniamo alla Marcia Nazionale per manifestare il nostro ripudio e indignazione alla violenza che si vive giorno dopo giorno nei nostri villaggi del Messico per l’implementazione di una politica fallita di “guerra al crimine organizzato”, guerra dichiarata dal Presidente Felipe Calderón Hinojosa ed avallata dal potere legislativo e legalizzato da quello giudiziario.

Con Felipe Calderón e la sua politica di guerra, che contano circa 40 miila vittime, l’imperante è il clima di impunità in situazioni dove prevalgono crimini come: assassini, sparizioni forzate, torture, sequestri, detenzioni arbitrarie, tra altri soprusi perpetrati contro la società messicana nel suo insieme.

La violenza generalizzata, prodotta in complicità col potere economico e politico del Messico, vuole generare paura, dubbio, stanchezza, immobilismo e disperazione tra i cittadini e di ciò il governo messicano è responsabile non solo per on adempiere ai suoi obblighi di rispettare, proteggere e garantire i diritti umani, ma è parte attiva delle violazioni di questi diritti. Le soluzioni che si vogliono adottare per risolvere questa situazione da parte dll’Esecutivo vanno nel senso di più repressione, militarizzazione del paese e criminalizzazione dei movimenti sociali che reclamano legittime istanze.

In questi tempi bui segnati dalla violenza, l’azione di questa marcia è un segno chiave di speranza di vita per l’esigenza di giustizia, la rivendicazione di diritti e la resistenza civile pacifica. Noi difensori dei diritti umani in Messico, continueremo individualmente e collettivamente a promuovere e difendere i diritti umani e le libertà fondamentali nel nostro paese e nel mondo, aprendo le strade verso un orizzonte degno per tutte e tutti.

Non all’impunità, Sì alla giustizia

Non più sangue!


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desinformemonos: marcia per la giustizia

La rivista Desinformémonos si unisce alla copertura della Marcia per la Pace con Giustizia e Dignità da San Cristóbal de las Casas, Chiapas e Città del Messico.

Marcia Nazionale per la Giustizia
Tutto è pronto per accogliere e marciare accanto alle basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) chi si mobiliteranno oggi provenienti dalla Selva, dal Nord e dagli Alots del Chiapas fino alla città di San Cristóbal de las Casas,  (http://chiapasbg.wordpress.com/2011/05/07/gloria-marcia-nazionale/ )


Migliaia di basi di appoggio nelle strade di Jovel
Parte la marcia zapatista contro l’impunità

San Cristóbal de las Casas, Chiapas. 7 maggio. Migliaia di uomini e donne basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), sono partiti dal Centro Indigeno di Formazione Integrale (Cideci), alla periferia di questa città, verso Plaza e la Paz, per partecipare alla Marcia nazionale per la giustizia e contro l’impunità, convocata dal poeta e giornalista Javier Sicilia. (leggere…)

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http://www.desinformemonos.org

skype: desinformemonosrevista
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“…desinformémonos hermanos
hasta que el cuerpo aguante
y cuando ya no aguante
entonces decidámonos
carajo decidámonos
y revolucionémonos.”
Mario Benedetti

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los de abajo

Los de Abajo

 

Marcia Nazionale per la Giustizia

Gloria Muñoz Ramírez

Tutto è pronto per accogliere e marciare accanto alle basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) che si mobiliteranno oggi provenienti dalla Selva, dal Nord e dagli Alots del Chiapas fino alla città di San Cristóbal de las Casas, dovesi esprimeranno in relazione all’appello lanciato dal poeta e giornalista Javier Sicilia, nel contesto della Marcia Nazionale per la Giustizia e contro l’Impunità.

A Jovel cresce l’aspettativa per la riapparizione pubblica degli zapatisti per le strade. Dal febbraio scorso hanno rotto il silenzio con l’inizio di uno scambio epistolare col filosofo Luis Villoro, nel quale hanno definito la loro posizione rispetto alla cosiddetta guerra di Calderón: “Questa guerra (persa dal governo fin dal suo concepimento, non come la soluzione ad un problema di insicurezza, bensì ad un problema di legittimità contestata), sta distruggendo l’ultima risorsa che rimane ad una nazione: il tessuto sociale”, ha denunciato allora il Subcomandante Marcos, capo militare e portavoce zapatista.

Dopo oltre cinque anni gli zapatisti tornano per le strade di San Cristóbal. L’ultima volta che manifestarono in Chiapas fu durante i blocchi che realizzarono in appoggio all’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) a metà del 2006. Mesi prima, il primo di gennaio di quell’anno, migliaia delle loro basi di appoggio e simpatizzanti riempirono la città durante l’inizio dell’Altra Campagna.

La situazione del paese è un’altra. Oggi la mobilitazione sarà per unire la loro voce (o il loro silenzio, in questo caso) alla grande protesta nazionale contro la guerra imposta da Felipe Calderón, che “ha trasformato la lotta contro il crimine organizzato in un argomento totalitario per, premeditatamente, generalizzare la paura in tutto il paese”, e che ora “affronta le voci degne ed organizzate di familiari e vittime di questa guerra”.

Gli zapatisti si mobiliteranno in silenzio per la prima volta in oltre 17 anni. E lo faranno così “contro la follia organizzata e disorganizzata che sta mietendo vite innocenti, che sono nuovamente assassinate all’essere qualificate, dalla semplicioneria governativa, come sicari o vittime collaterali”.

Per il momento, mentre la marcia nazionale partita da Cuernavaca è già alle porte di Città del Messico, in Chiapas, fin da molto presto, si concentreranno nella valle di Jovel  organizzazioni e collettivi dell’Altra Campagna, provenienti dalle comunità di Mitzitón, Cruztón e Bachajón, così come organizzazioni e singole persone di Tuxtla Gutiérrez e membri del Consiglio Autonomo Regionale della Zona Costa, tra altre organizzazioni che si uniscono a questa storica e silenziosa mobilitazione. http://www.jornada.unam.mx/2011/05/07/index.php?section=opinion&article=014o1pol

losylasdeabajo@yahoo.com.mxhttp://www.desinformemonos.org

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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mobilitazione altra campagna e ezln

La Jornada – Giovedì 5 maggio 2011

L’EZLN e L’Altra Campagna parteciperanno alle mobilitazioni convocate dal poeta Javier Sicilia

Hermann Bellinghausen. San Cristóbal de las Casas, Chis. 4 maggio. L’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) e diverse organizzazioni dell’Altra Campagna nel Distretto Federale, stato di Messico, Puebla e Tlaxcala, hanno invitato gli aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona a mobilitarsi i prossimi 7 e 8 maggio, insieme alla Marcia per la Pace con Giustizia e Dignità che inizia questo giovedì a Cuernavaca, Morelos.

“Non possiamo permettere che i nostri ragazzi continuino ad essere uccisi”, si sostiene nella convocazione. “Non possiamo permettere che si stabilisca lo Stato di emergenza in Messico, né che Felipe Calderón continui a seminare lutti nelle case di migliaia di messicani, di molti dei quali non sappiamo nemmeno il nome. Non possiamo permettere che si continui a distruggere il tessuto sociale di popoli, comunità, quartieri, scuole, famiglie, tutti questi obiettivi centrali di questa guerra. Non possiamo permettere che si distrugga la nazione”.

A causa del “vigliacco assassinio” di Juan Francisco Sicilia Ortega, María del Socorro Estrada Hernández, Jaime Gabriel Alejo Cadena, Álvaro Jaimes Avelar, i fratelli Julio César e Luis Antonio Romero Jaimes e Jesús Chávez Vázquez, “un’ondata di rabbia e indignazione si è sollevata contro chi si presume debba provvedere alla sicurezza della popolazione: lo Stato messicano”.

A quattro anni da quando Felipe Calderón ha dichiarato “guerra” al crimine organizzato, “il panorama che si scorge nel nostro paese è di desolazione, morte e paura”, aggiungono. “Questa guerra, fatta per ottenere la legittimità che non ha mai avuto, ha significato già 40 mila messicani morti, molti battezzati con l’infame nome di ‘effetti collaterali’. Non solo non si sono raggiunti gli obiettivi di questa guerra, ma il paesaggio che disegna è quello di un paese raso al suolo”.

Le organizzazioni convocano tutti i membri dell’Altra Campagna a trovarsi a Città del Messico, davanti all’Emiciclo a Benito Juárez, sabato 7 alle ore12. I promotori organizzeranno un incontro e poi formeranno delle brigate per distribuire volantini, quindi inviteranno ad unirsi alla marcia di domenica, dal Monumento alla Rivoluzione, “alla grande marcia che partirà dalla da Città Universitaria”.

Organizzazioni e collettivi si fanno eco dell’annuncio dello stesso EZLN, emesso nei giorni scorsi, che le sue basi di appoggio manifesteranno per le strade di San Cristobal de las Casas sabato, anche come parte della marcia nazionale convocata dal poeta Javier Sicilia.

Insieme all’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, firmano anche: Unidad Obrera y Socialista; Red contra la Represión y por la Solidaridad; Red Mexicana de Trabajo Sexual; Brigada Callejera de Apoyo a la Mujer “Elisa Martínez”; Colectivo Autónomo Magonista; Campaña contra la Represión Política y la Tortura Sexual. Inoltre: Derechos Humanos y Enlace Urbano de Dignidad (Puebla); Central Nacional Urbano-Campesina (Tlaxcala) e la squadra di appoggio della Commissione Sesta dell’EZLN.

Dalla città di Los Angeles, California, il Fronte Indigeno delle Organizzazioni Binazionali ed il Fronte Unito de Popoli Americani annunciano che, “in risposta all’appello dell’EZLN di mobilitarci contro la narcoviolenza in Messico, in solidarietà col movimento civile guidato da Javier Sicilia, e per denunciare il modo in cui gli emigrati sono colpiti dai signori del narco e la complicità governativa, domenica faremo una manifestazione di protesta di fronte al consolato del Messico” in questa città.

Azioni simili si svolgeranno a New York ed in altre città degli Stati Uniti; in Germania, sono confermate mobilitazioni a Berlino, Amburgo e Francoforte. http://www.jornada.unam.mx/2011/05/05/index.php?section=politica&article=012n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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iniziative Bassano 1….

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iniziative a Bassano del Grappa

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Raul Zibechi su Bachajon

La Jornada – Mercoledì 4 maggio 2011

Raúl Zibechi: Difendere la propria terra, è il solo crimine degli ejidatari di Bachajón arrestati

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 3 maggio. “L’unico crimine compiuto dagli ejidatari di San Sebastián Bachajón è stato voler vivere sulle proprie terre, le terre dei loro nonni, dei loro più remoti antenati, delle quali ora si vogliono appropriare le multinazionali del denaro e della morte. I cinque ejidatari in carcere dal 3 febbraio, e Patricio Domínguez Vázquez,arrestato a metà di aprile nell’ejido di Monte Redondo del municipio di Frontera Comalapa, sono vittime della classe politica che lavora per le multinazionali”.

E’ questo quanto dichiarato dall’analista politico Raúl Zibechi in un messaggio inviato da Montevideo, Uruguay, col quale si unisce alla domanda internazionale di liberare i cinque detenuti di Bachajón, aderenti all’Altra Campagna, e di Domínguez Vázquez, base di appoggio zapatista del municipio autonomo Tierra y Libertad, che nei giorni scorsi è stata espressa in 33 città, solo in Francia, ed in una ventina in altri paesi.

“Oggi la guerra è per la terra, per appropriarsi della vita che accoglie e riproduce, e per questo gli indigeni e i contadini sono solo un fastidio di cui è necessario disfarsi. Da quando il capitale ha deciso che tutto è merce, non c’è più spazio né angolo del pianeta che possa sottrarsi a quest’ambizione.  “Per appropriarsi della terra, hanno scatenato quella che gli zapatisti chiamano la quarta guerra mondiale che, in America Latina, espelle milioni di persone da oltre 100 milioni di ettari di terre. I grandi progetti del settore minerario a cielo aperto, le monocolture di canna da zucchero, mais e soia per produrre benzina, e le piantagioni di alberi per fabbricare la cellulosa, stanno uccidendo la vita e la gente da sud a nord”.

In alcuni casi, segnala, “come successo a Patricio, non solo vengono imprigionati, ma danno fuoco alle loro case, perché in realtà vogliono che abbandonino la loro terra”. Questa guerra “dura da sessant’anni in Colombia”, dove ha permesso che più di quattro milioni di ettari “passassero dai contadini ai paramilitari, poiché questi si offrono come sicurezza dalle multinazionali”. Una guerra che vuole di espellere i contadini, “più di tre milioni negli ultimi 20 anni”, e sgombrare i territori per la speculazione del capitale.

“In Colombia, i territori della guerra coincidono esattamente con quelli che ambiscono le società minerarie ed i megaprogetti infrastrutturali”.

La stessa cosa succede ora nel resto del continente, aggiunge lo scrittore uruguaiano: “il governo del Brasile sta trasformando i fiumi amazzonici in fonti di energia economica per le grandi imprese”, con gigantesche dighe “alla cui costruzione lavorano 10, 15 e fino a 20 mila operai mal pagati e peggio trattati, nuovi schiavi al servizio di governi sottomessi al capitale, e quando si ribellano, come successo a Jirau (stato di Roraima) nel mese di marzo, sono accusati di essere banditi.

“Quello che più duole, e quello che più insegna, è come la classe politica che una volta ha detto di essere di sinistra, si unisce alla classe politica che è sempre stata di destra per espellere ed imprigionare contadini e indigeni, dimostrando che sono tutti uguali quando si vuole attaccare quelli che stanno in basso per fare affari per quelli che stanno in alto. Ed usano l’argomento ‘ecologico’, scuse politicamente corrette per camuffare il saccheggio.

Rivolgendosi al Movimento per la Giustizia del Barrio, di New York, “da questo angolo del continente”, Zibechi si unisce alla campagna “per la libertà dei cinque di Bachajón e per Patricio”, e sostiene che “la solidarietà e la fraternità tra i popoli non conosce frontiere, né può aspettarsi niente da chi sta in alto né dalle istituzioni. Dipendiamo solo da noi stessi”.http://www.jornada.unam.mx/2011/05/04/index.php?section=politica&article=016n2pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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messico atomico

http://matteodean.info/2011/05/04/messico-atomico/
o
http://www.ilmanifesto.it

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comunicato falsamente attribuito al frayba

Nota Informativa

San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Messico

3 maggio 2011

Blog e informazione apocrifa

Questo Centro dei Diritti Umani comunica e spiega l’informazione apocrifa che sta circolando su molti media elettronici.

Ieri, 2 maggio 2011, è stato diffuso un comunicato stampa con il logo e l’intestazione ufficiale di questo Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas, A.C. con il titolo: “Bollettino No. 11 – Violento omicidio di Osama Bin Laden”, che si trova nel blog http://fraybadelascasas.blogspot.com tra altri siti elettronici.

Il Frayba informa che il “bollettino” ed il blog in riferimento sono apocrifi ed il loro contenuto è parte della strategia mediatica utilizzata per disinformare l’opinione pubblica e screditare il lavoro di difesa e promozione dei diritti umani che questo Centro svolge da 22 anni.

Questo Centro dei Diritti Umani non ha emesso nessun comunicato stampa sull’uccisione di Osama Bin Laden e non gestisce il blog in questione.

È preoccupante che si usi il diritto alla libera espressione affinché dall’anonimato si screditi, si associ ad attività illecite, si criminalizzi il lavoro dei difensori dei diritti umani in Chiapas, Messico.

Noi tutti e tutte che collaboriamo in questo Centro dei Diritti Umani, siamo fermi nella nostra missione di camminare al fianco ed al servizio della povera gente, esclusa ed organizzata, che vuole superare la situazione socioeconomica e politica in cui vive, prendendo da queste persone direzione e forza per contribuire nel loro progetto di costruzione di una società in cui le persone e le comunità esercitino e godano appieno di tutti i loro diritti.

 

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1 Disponibile anche alla pagina: http://chiapasreal.blogspot.com/2011/05/la-estulticia-le-llego-al-climax-al.html

 

Jorge HERNÁNDEZ

Área de Sistematización e Incidencia

Centro de Derechos Humanos / Internacional

Fray Bartolomé de Las Casas, AC

Brasil No. 14 Barrio de Mexicanos

San Cristóbal de Las Casas, 29240

Chiapas, México

jhernandez@frayba.org.mx

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