minacce di arresto

La Jornada – Martedì 12 aprile 2011

In Chiapas vengono minacciati di arresto coloro che aiutano i membri dell’Altra Campagna

Hermann Bellinghausen.San Cristóbal de las Casas, Chis. 11 aprile. I gruppi filogovernativi dell’ejido di San Sebastián Bachajón (municipio di Chilón), secondo la versione degli ejidatarios dell’Altra Campagna, hanno minacciato di “catturare” i difensori dei diritti umani e le persone che danno solidarietà concreta. Sebbene gli avvocati dei cinque indigeni detenuti non hanno mai smesso di svolgere il loro lavoro, di fatto lo fanno a loro rischio. Non molto tempo fa, alcuni avvocati della costa chiapaneca sono stati arrestati nello svolgimento del loro lavoro.

Questo trattamento si estende agli osservatori civili e dell’Altra Campagna, alla stampa alternativa e commerciale, e potenzialmente agli stessi turisti che tanto si adulano ufficialmente e che accorrono in gran numero alle cascate, e tanto più ora che si avvicina il periodo vacanziero. Le minacce sono giustificate col  pretesto che questi “stranieri” sarebbero la causa del “problema”.

Minacce simili hanno sono circolate recentemente a Mitzitón, un’altra comunità dell’Altra Campagna che si oppone a progetti di strade e turistici del governo ed agli investitori privati. A Bachajón si riproduce all’interno dell’attuale occupazione poliziesca di alcune località iniziata il 2 febbraio e che si è acutizzata l’8 aprile con l’intervento di centinaia di poliziotti e militari per riprendere il controllo del botteghino di ingresso di San Sebastián – fugacemente recuperato la sera prima dagli ejidatarios dell’Altra Campagna che l’hanno costruito – alle cascate del vicino ejido di Agua Azul (Tumbalá), che ha un proprio botteghino di ingresso.

Nei diversi “conflitti” o “problemi” comunitari in corso, relazionati con le basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) o dell’Altra Campagna, emerge un modello, tanto nell’ostilità e nell’aggressione dei gruppi filogovernativi verso gli autonomi, quanto nel chiaro intervento statale, sia di carattere repressivo oppure di “politica sociale”.

La strategia contrainsurgente non è nuova, semplicemente si evolve e diventa più evidente. A San Sebastián si è osservato che gli ex aderenti dell’Altra Campagna che hanno abbandonato la resistenza, godono di privilegi e protezione statale maggiori di quelli dispensati ai gruppi filogovernativi e legati ai partiti politici.

Questo spiega perché, dopo la loro defezione, nel gennaio scorso abbiano potuto occupare impunemente una fattoria nel municipio di Sitalá. Poche settimane dopo attaccarono con le armi il botteghino di riscossione dell’Altra Campagna, lo occuparono per poche ore e poi lo consegnarono al governo statale.

Col nuovo e schiacciante operativo poliziesco-militare del fine settimana per sottrarre il botteghino agli ejidatarios tzeltales, si è resa palese la connivenza tra i poliziotti e questi ex aderenti, così come dei membri del Partito Verde Ecologista del Messico, al punto che hanno fatto da guide nella notte di venerdì per entrare ad Agua Azul e per andare la mattina seguente a San Sebastián, circondarlo ed attaccare a sassate oltre mezzo migliaio di indigeni che si trovavano nella zona.

L’aggressione di sabato è arrivata da tre diversi sentieri, ma le famiglie dell’Altra Campagna sono riuscite a scappare dai loro villaggi, evitando di “cadere nella provocazione”, come hanno affermato domenica scorsa.

È noto come in certi ambienti della resistenza, come il municipio autonomo di Polhó e Las Abejas di Acteal (dell’Altra Campagna), la pressione dei programmi governativi sia forte, quasi ossessiva. Lì, come a San Andrés o El Bosque, le diserzioni sono quotate molto alte. La Jornada ha raccolto testimonianze che lo confermano.

Solo domenica, la giunta di buon governo di La Garrucha denunciava le minacce e le pressioni che ricevono le sue basi di appoggio nell’ejido di Cintalapa, i cui abitanti potrebbero essere spogliati delle terre questa stessa settimana per non aver consegnato il loro certificato elettore ai priisti, non aver chiesto né accettato gli aiuti governativi e per mandare i loro figli alle scuole autonome. http://www.jornada.unam.mx/2011/04/12/index.php?section=politica&article=016n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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