La Jornada – Lunedì 11 aprile 2011
La JBG denuncia pressioni del governo contro le basi zapatiste di Cintalapa
Hermann Bellinghausen. San Cristóbal de las Casas, Chis. 10 de abril. La giunta di buon governo (JBG) El camino del futuro, con sede nel caracol zapatista di La Garrucha, denuncia la volontà di spogliare delle loro terre e dei diritti ejidali le basi di appoggio zapatiste di Cintalapa (Ocosingo), nella selva Lacandona, se queste non rinunceranno alla resistenza.
Le autorità dell’ejido Cintalapa e i tre livelli di governo “stanno obbligando i nostri compagni a pagare le imposte di proprietà della terra”, dice la JBG. A metà di marzo, le autorità priiste e paniste hanno chiesto alle basi di appoggio zapatiste una copia del loro certificato elettore “per sollecitare un progetto, pagare l’imposta della terra ed ottenere il certificato agrario”.
Hanno inoltre detto loro che avrebbero dovuto obbedire alle autorità, frequentare le scuole ufficiali e pagare per le cooperazioni. Gli zapatisti non hanno accettato, “perché sono in resistenza e non ricevono niente dal malgoverno”. Inoltre, sottolinea la JBG, “hanno le proprie autorità ed educazione autonome (del municipio ribelle Ricardo Flores Magón) e si vede perché debbano essere obbligati a svolgere lavori di cui non beneficiano”.
Il 26 marzo la JBG ha mandato un comunicato all’ejido “chiarendo che le basi di appoggio dell’EZLN sono in resistenza e non pagano imposte”. Il giorno 29, le autorità priiste hanno convocato un’assemblea. Lì, “a Herlindo López Pérez e Macario Juárez Núñez, al tavolo direttivo, non piaceva” quello che dicevano gli zapatisti, “e così hanno cominciato a fare pressioni all’assemblea ed i compagni sono stati obbligati a parlare uno per volta e dire che cosa volevano, di parlare chiaro, se volevano le loro terre oppure no, ed i compagni hanno risposto che si sarebbero opposti”.
Le autorità ejidali volevano obbligarli a firmare un verbale d’accordo “contrario all’autonomia e alla resistenza”, denuncia la JBG. “I compagni non hanno firmato, le autorità si sono arrabbiate e con parole minacciose hanno detto che li avrebbero privati dei loro diritti, che sarebbero stati spodestati dall’ejido e che avevano cinque giorni per pensarci”.
Queste sono le “provocazioni” delle autorità ejidali di Cintalapa “insieme a quei falsi malgovernanti federali, statali e municipali”, ha dichiarato la JBG. “Come basi di appoggio dell’EZLN, denunciamo energicamente la politica del malgoverno che sta generando disinformazione per confondere la gente onesta che lotta e resiste; il suo piano di contrainsurgencia è creare terrore e paura; usa le persone che si vendono per pochi soldi”.
Bisogna dire che l’ejido di Cintalapa si trova nelle vicinanze della riserva dei Montes Azules, a nord della selva Lacandona, e per molti anni è stata anche una base di operazioni dell’Esercito federale che da lì ha svolto un’intensa attività contrainsurgente che ha profondamente segnato questa comunità tzeltal e ha dato origine alla presenza, almeno occasionale, di paramilitari.
“Noi zapatisti manteniamo con fermezza la dignità e la resistenza, e difenderemo i nostri compagni nonostante il malgoverno tenti di distruggerci con inganni ed elemosine”, dichiara la JBG. “Non ci arrendiamo, non ci vendiamo né tentenniamo. Qui siamo e qui proseguiremo. Non permetteremo che questi priisti perseguitino i nostri compagni in resistenza. Difenderemo i loro diritti perché sappiamo che questo è un piano del governo. Non pagheremo le imposte di proprietà né per l’energia elettrica, non daremo niente al malgoverno perché noi non stiamo ricevendo niente”. http://www.jornada.unam.mx/2011/04/11/index.php?section=politica&article=020n1pol