La Jornada – Mercoledì 16 Marzo 2011
Invasione di un complesso scolastico in una comunità tzeltal chiapaneca
Hermann Bellinghausen
La comunità tzeltal di Guaquitepec, nel municipio di Chilón, Chiapas, è nota da 15 anni per accogliere un progetto educativo innovativo, un riferimento obbligato per le zone indigene dello stato. Ora è lo scenario della riapparizione dei vecchi cacicchi, si presume appoggiati dal governo statale come ai vecchi tempi, con il sostegno e la consulenza dell’ex deputato perredista Carlos Bertoni Unda, legato all’organizzazione Oruga, con sede ad Ocosingo, già denunciata come strumento di contrainsurgencia economica contro la resistenza indigena.
Lo scorso 17 gennaio, il plesso scolastico della secondaria interculturale Emiliano Zapata Salazar è stato invaso da milizie clientelari dell’ex deputato Bertoni, che nel 2009 è stato in carcere per frode ed oggi prepara il terreno per la prossima tornata elettorale. La proprietà invasa, ed ora distrutta, è dove si svolgono le attività comunitarie educative, artistiche e culturali dalla secondaria.
Le autorità della comunità e degli ejidos vicini, e lo stesso direttore della scuola, Mariano Méndez López, denunciano che l’amministrazione statale, “per mezzo della segretaria Generale di Governo, è intervenuta nel problema senza dare soluzione all’invasione, ed il gruppo invasore ha approfittato per rubare e distruggere il patrimonio educativo del progetto, senza che si applichi la giustizia per questi atti criminali”.
Denunciano direttamente la sottosegretaria di Governo, Ana del Carmen Valdivieso Hidalgo, con ufficio a Yajalón, ed il titolare di Governo, Noé Castañón León, “che si erano presentati come coadiuvanti nella soluzione del conflitto, ma non hanno agito realmente”. Gli indigeni da gennaio avevano informato Castañón, ed il 28 di quel mese erano stati ricevuti a Tuxtla Gutiérrez dall’assessore giuridico dell’ente, che avrebbe parlato anche con gli invasori promettendo loro 15 ettari di terra da un’altra parte. L’unica cosa certa è che “i cacicchi che guidano l’invasione stanno costruendo delle case nell’appezzamento scolastico”.
Bisogna dire che non è un centro scolastico qualunque. Fa parte di un progetto interculturale bilingue riconosciuto a livello internazionale, appoggiato dal Patronato Pro Educazione Messicana e con la partecipazione di pedagoghi nazionali di primo livello. L’esperienza, modello per i popoli indigeni dell’area è, insieme al sistema educativo zapatista, una delle alternative di istruzione più avanzate e di successo in regioni dove l’educazione ufficiale è molto carente.
“I cacicchi hanno sempre ostacolato lo sviluppo”, sostengono maestri, comuneros ed ejidatarios. “Il loro metodo è armare il gruppo per reprimere e minacciare”. Nonostante le reiterate denunce, le autorità statali e municipali hanno permesso i loro abusi.
Gli indigeni descrivono il dirigente Bertoni Unda come “un destabilizzatore sociale, che è già stato in prigione per quelle attività che perseguono il lucro” ed ora funge da “consulente” dei cacicchi filogovernativi. Riferiscono che il 20 febbraio è stato festeggiato dagli invasori: “Com’è possibile che qualcuno che si dice servitore del popolo fa di tutto per provocare divisione e scontri tra fratelli”. Dicono di ignorare gli “interessi” di Bertoni a Guaquitepec, “ma siamo convinti che non sono per il bene delle comunità, ma per approfittarsi di loro”.
Appoggiano la denuncia l’Organizzazione Sociale Indigena Yip Lumaltik, la Fondazione Colosio regionale, le autorità di Maquejá, San Vicente, Pinabetal e San Antonio Bulujib, i Principales di Guaquitepec, così come le basi zapatiste e il direttore del liceo Bartolomé de las Casas. Si dichiarano a favore di “equità, uguaglianza, giustizia, dignità ed una vera democrazia” per vivere liberamente. “Si stanno violando i nostri diritti all’educazione, allo sviluppo come popoli indigeni e a vivere in pace ed armonia”, concludono. http://www.jornada.unam.mx/2011/03/16/index.php?section=politica&article=025n2pol